Si è conclusa la 37^ edizione del Ferrara Buskers Festival. Cinque giorni di arte, musica e cultura grazie alla partecipazione di 198 artisti che, per la prima volta, hanno fatto risuonare il proprio talento nell’area tra Corso Ercole d’Este e il Quadrivio degli Angeli facendola diventare un luogo fatto di attesa, applausi e stupore.
Un luogo per il quale si sono spese molte parole con polemiche arrivate da commercianti del centro ma anche da artisti e spettatori. Un luogo che allo stesso tempo ha probabilmente consentito al festival di innovarsi e di sostenere le spese sempre maggiori che un evento di questo tipo deve sobbarcarsi.
“Abbiamo scelto di intraprendere un percorso di cambiamento – racconta la presidente e direttrice artistica Rebecca Bottoni -, nella convinzione che evolvere e innovare sia necessario per continuare a crescere e migliorare. Siamo consapevoli che quanto fatto per l’edizione appena conclusa è solo l’inizio. Siamo sulla strada giusta e i primi commenti lo confermano, ora aprirsi al confronto sarà fondamentale”.
L’edizione appena conclusa ha rappresentato sicuramente una grande sfida per l’organizzazione, a partire dall’introduzione di un biglietto d’ingresso e una nuova location. Obiettivo quello di migliorare l’esperienza del festival e la qualità artistica.
“Il cambiamento che abbiamo intrapreso – aggiunge l’ideatore e fondatore del Ferrara Buskers Festival Stefano Bottoni – rappresenta per noi una ripartenza. Una scelta ponderata, necessaria e allo stesso tempo coraggiosa. Mi sono trovato a rivivere le stesse sfide del primo anno del festival, forse questa volta è stato persino più complesso, perché con l’esperienza arrivano nuove responsabilità e aspettative. Credo fermamente che il nostro Festival vada sostenuto e accompagnato nel suo processo di miglioramento, continuare ad assicurare che lo spirito e l’autenticità del festival restino vivi e vibranti”.
Trenta le nazionalità rappresentate dagli artisti quest’anno, tra cui Australia, Stati Uniti, Sud Corea, Argentina, Cile, Paesi Bassi, Ucraina e, ovviamente, Italia. Un melting pot culturale sempre più evidente all’interno delle stesse formazioni buskers, composte da persone provenienti da ogni angolo del mondo. Il grande lavoro di scouting, tra le oltre 950 candidature ricevute per l’edizione 2024, ha portato così ad alzare la qualità delle performance e a mantenere viva la spontaneità e l’autenticità che da sempre caratterizzano l’evento. Oltre 180 le esibizioni per 10 ore di spettacolo ogni giorno, arricchite da laboratori, progetti speciali ed eventi collaterali.
“Sono stati 5 giorni intensi e di grande lavoro – dice Rebecca Bottoni -, con una squadra senza la quale sarebbe stato impossibile realizzare tutto questo. Una squadra allargata fatta di tanti giovani, alcuni anche alla prima esperienza, e all’interno della quale includo tutti quelli che ci hanno sostenuto e supportato fino alla fine. A loro va il nostro grande grazie”.
Per il festival ora arriva il momento della riflessione, del tirare le somme e di aprirsi al confronto con la comunità e il territorio. Un dialogo pensato anche sottoforma di form online per raccogliere opinioni, suggerimenti e proposte, con l’obiettivo di creare un dialogo aperto e costruttivo.
“Vogliamo ascoltare tutti – conclude Rebecca Bottoni -, raccogliere idee e prospettive che ci aiutino a crescere insieme. Crediamo nel valore del contributo collettivo per costruire un Ferrara Buskers Festival che rispecchi sempre più le aspettative e i desideri di chi lo vive”.
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