Eventi e cultura
26 Agosto 2024
La parola ai protagonisti. Buona l'organizzazione ma c'è chi preferisce com'era prima mentre tra chi si esibisce c'è chi nota difficoltà nel fare cappello

Buskers 2024. Pubblico e artisti, c’è chi è soddisfatto e chi meno

(Foto di Riccardo Giori)
di Redazione | 3 min

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L’edizione rivoluzionaria del Ferrara Buskers Festival 2024 si è allontanata dalla tradizione della manifestazione, con scelte molto ardite: il cambio di location, l’ingresso a pagamento e la scarsa affluenza di gente hanno scaturito le polemiche in città. Con il weekend, però, i numeri sembrano perlomeno un po’ avvicinarsi a quelli degli scorsi anni. Ma come sta andando? L’abbiamo chiesto agli artisti e al pubblico.

Nella serata di mercoledì abbiamo incontrato Matteo: “Da ferrarese – ed ex Busker, qualche anno fa – ho seguito ogni edizione. Oggi sono venuto a seguire questa edizione un po’ particolare, per la prima volta a pagamento e non aperta gratuitamente in tutto il centro. Sono curioso di vedere come andrà: è il primo giorno, ma l’organizzazione mi sembra ben strutturata”.

Assiduo frequentatore e appassionato dei Buskers è anche Carmine di San Venanzio di Galliera. Segue il Festival fin dalle primissime edizioni: “Vengo a vederli sempre: ma preferivo com’era prima. Così concentrato in un parco non mi è piaciuto molto. Biglietto? 11 euro mi sembrano tanti per quella che è la proposta, e la gente non è invogliata a lasciare qualcosa ai Buskers. Mi auguro che parte del biglietto vada agli artisti”.

È la prima volta, invece, per Daniele da Padova: “Un bel festival. Mi hanno detto che anni fa la situazione era diversa e non così concentrata, e rispettava più il senso originale. Ma tutto sommato mi è piaciuto molto e mi sono divertito”.

Dicono la loro anche gli artisti che si stanno esibendo in queste serate al Festival. Il duo di Napoli Stradeaperte, che ritorna ai Buskers, ci racconta: “È difficile parlare prima della fine. Per ora non stiamo pensando più di tanto all’atmosfera e al pubblico. Da quello che abbiamo notato, per noi artisti cambia molto da postazione a postazione, ma questo è normale in tutti festival. Stiamo ancora cercando l’atmosfera, e chiaramente non c’è gente come negli altri festival, e così facciamo più fatica a fare il cerchio di spettatori intorno a noi. Ma nello stesso tempo una risposta c’è: gli orari di punta vanno bene, mentre nel primo e nell’ultimo il pubblico si riduce ulteriormente. Tra noi artisti c’è un rapporto molto cordiale, nonostante ci siano a volte problematiche di volume, ma anche nelle altre edizioni era così”.

Arriva ai Buskers e in Europa per la prima volta lo stravagante artista Pick my pose, direttamente da Los Angeles: “È un festival eccezionale, le persone sono molto gentili e i bambini adorano muovermi qua e là. E stasera c’è più gente. Poi la città è bellissima: è uno dei posti più belli che io abbia mai visto in vita mia. Come mi è venuta l’idea? Anni fa ho visto dei ballerini che stavano fermi e non ballavano fin quando non ricevessero la mancia; li ho incontrati, e ci siamo esibiti in un night club: mi è piaciuto tantissimo. Così ho iniziato a Las Vegas otto anni fa, e adesso sono qui”.

Ritornano a Ferrara dopo nove anni, invece, i cileni del Familia Bomba Trio: “Siamo venuti nel 2015 al Buskers Festival. Notiamo tante differenze da allora: eravamo nel centro storico, e la gente poteva accedere più facilmente per vederci. Forse però c’erano anche meno spettacoli. Il pubblico tuttavia è molto entusiasta, si diverte con la musica e gli spettacoli: qui esiste una cultura degli artisti di strada. Bambini e adulti si divertono, e noi sentiamo questo calore”.

Protagonisti del sabato sera del Festival, i De Heek sono a Ferrara per il secondo anno consecutivo. Guido, componente italiano della band, ha detto: “È completamente diverso dall’anno scorso, non siamo nel pieno centro, c’è un po’ meno gente, ma quando fai lo show poi alla fine il pubblico arriva, partecipa, e balla. Un gran successo? Direi di sì”.

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