Argenta. Venerdì 23 agosto si celebra il 101esimo anniversario del martirio per mano fascista di Don Giovanni Minzoni, devoto a Dio, educatore di giovani generazioni.
Una ricorrenza che fa tornare alla mente la miriade di iniziative messe in campo l’anno scorso, nel 100esimo della sua uccisione: convegni, solennità religiose, libri, momenti conviviali, mostre di documenti, foto e cimeli custoditi nel museo a lui dedicato (visitabile su prenotazione in parocchia), viaggi nei luoghi dell’allora “Don Zven”, dal monte Zebio, dove il prete-soldato, da eroico cappellano militare, fu insignito della medaglia d’argento al valore, per approdare poi a Ravenna, sua città natale e dove le sue spoglie restarono sepolte nel cimitero locale sino al 1983, anno della loro traslazione nella tomba costruita in duomo.
Una tomba ricoperta dei drappi degli scout, che Don Minzoni per primo istituì in Italia, strappando i ragazzi ai sabati balilla. Fu questo un gesto considerato ostile per il regime del tempo, che pagò caro: con la vita. All’altare del duomo, ovvero Chiesa della Collegiata, officerà la messa di suffragio il vescovo Lorenzio Ghizzoni, che insieme ai parroci don Fulvio Bresciani e don Sante Bertarelli, oltre che al vicario e al postulatore della causa di beatificazione presso la Santa Sede, nell’omelia farebbero anche il punto sul percorso di canonizzazione che procede in Vaticano, basato sulla base del martirio cristiano.
Dunque è passato più di un secolo dal suo assassinio, ma il ricordo di Don Minzoni resta ancora indelebile negli argentani. E per non dimenticare, un secolo e più dopo si sono organizzate diverse manifestazioni: su tutte in calendario una cena benefica alla memoria sul sacrato del duomo, quindi la deposizione di fiori e corone di alloro ai piedi del monumento e della lapide affissa sul luogo del mortale agguato.
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