Non pare esserci pace per le scuole ferraresi. Se fino a qualche tempo fa al centro delle cronache c’era il Liceo Roiti che, a causa di ritardi nei lavori alla sede di via Leopardi, si trovava con la mancanza di una decina di aule per i suoi alunni, oggi il problema lo solleva il consiglio di istituto del Liceo Carducci.
“Perché – si domanda il consiglio presieduto da Cristina Pellicioni – se i lavori vengono realizzati al Liceo Roiti, sono i nostri studenti e i nostri docenti a dover fare lezione nei container?”
Da ciò che si evince dalla lettera inviata ai giornali la contesa sta nella succursale di via Azzo Novello, ora destinata agli studenti del liceo scientifico, che avrebbe dovuto ospitare 16 classi del Carducci qualora i lavori alla sede del Roiti fossero terminati entro l’inizio dell’anno scolastico 24\25. Così non è stato e “la Provincia non ha trovato altra via d’uscita che mettere a disposizione del nostro istituto 8 moduli provvisori”.
“La soluzione individuata – scrivono – ci amareggia molto ed è ingiustamente penalizzante per le studentesse e gli studenti e per tutto il personale del Liceo Carducci”. Il consiglio lamenta anche le soluzioni provvisoriem degli ultimi quattro anni: “Da anni, per una carenza di locali scolastici nella nostra provincia, che dovrebbe finalmente risolversi con il termine dei lavori finanziati con i fondi Pnrr, abbiamo dovuto rinunciare a spazi fondamentali (biblioteca, aula di fisica, aula di informatica, aula colloqui, aula insegnanti), dotarci di laboratori mobili, che consentono a tutte le classi di accedere alle nuove tecnologie e utilizzare a rotazione i laboratori esistenti di lingue e di scienze”.
Insomma una situazione che non permette a docenti e studenti di lavorare in un ambiente adeguato e che comporta, stando a quanto riportano i membri del consiglio di istituto nella lettera, una spesa di 180mila euro.
Il Carducci avrebbe inoltre avanzato una proposta nel tentativo di arrivare a una soluzione condivisa. “Alcune classi avrebbero potuto trovare già quest’anno una collocazione nelle aule disponibili presso la succursale di Azzo Novello e ci teniamo a ribadire che questa soluzione non avrebbe in alcun modo sottratto palestre o laboratori né al Liceo Roiti né all’Istituto Bachelet”.
“La proposta – proseguono – riguardava solo l’assegnazione di semplici aule e suggeriva una soluzione condivisa ad un problema comune per rispondere al bisogno di spazi in emergenza, soltanto per questo anno, in quanto dal successivo anno scolastico 2025-26 i lavori attualmente in corso con i fondi Pnrr presso il Liceo Roiti, saranno definitivamente conclusi e 16 classi del Liceo Roiti potranno rientrare nella sede di via Leopardi, lasciando nella disponibilità della Provincia 16 aule”.
“Ciò che maggiormente ci ha ferito – scrivono – è che gli studenti del Liceo Carducci, che sono stati i più penalizzati in tutti questi anni, nelle notizie circolate sui media locali si sono ritrovati ingiustamente accusati di usurpare spazi e di costringere altri alunni a fare lezione in corridoio, ipotesi che mai era stata prospettata. I nostri studenti sono indignati per queste false accuse e alla luce della soluzione prospettata si chiedono: ‘Perché proprio noi nei container?'”
Segnalano inoltre “due aspetti fondamentali, che sottolineano l’impegno dei nostri docenti e di tutto il nostro personale e dimostrano il senso di responsabilità sempre manifestato dal Liceo Carducci in questi anni di soluzioni provvisorie: i docenti dell’Istituto si ritrovano quotidianamente a doversi spostare tra tre sedi diverse e lontane (via Canapa, via Dosso Dossi e via Cisterna del Follo, a cui quest’anno si potrebbero dover aggiungere i moduli di via Liuzzo), con un aggravio importante del loro orario di lavoro e costi aggiuntivi per gli spostamenti da un plesso all’altro, impegno mai richiesto ai docenti delle altre scuole; ogni anno abbiamo impegnato risorse per sistemare i locali che ci venivano via via assegnati (per le classi del Navarra abbiamo acquistato arredi innovativi, per le classi della palazzina C le tende, per tutte le diverse sedi abbiamo dovuto predisporre i collegamenti di rete che ogni anno abbiamo dovuto riadattare, abbiamo dotato tutte le aule di via Cisterna del Follo di monitor multimediali che dovranno essere spostati”.
Credono quindi “che tutti i soggetti coinvolti debbano rivalutare la soluzione proposta affinché anche l’Istituto Carducci sia messo nelle condizioni di affrontare l’anno scolastico 2024-25 dignitosamente. Chiediamo pertanto di riconsiderare l’ipotesi di assegnare al nostro istituto gli spazi necessari in un’unica sede, che potrebbero essere resi disponibili nella succursale di via Azzo Novello”.
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