Lagosanto. Dopo gli ultimi articoli usciti sull’ospedale di Lagosanto, arriva la replica della direzione di Ausl e Sant’Anna, che specifica come l’ospedale del Delta sia oggetto “di molti e importanti progetti finalizzati ad implementarne l’attività e definirne l’identità come struttura di rifermento per il distretto Sud Est, capofila su varie progettualità provinciali oltre ad essere Dea di primo livello all’interno della rete ospedaliera aziendale”.
“Nel 2021 – spiega la direzione – è stato approvato dalla Regione e dagli Enti locali un Progetto di potenziamento in virtù del quale sono state istituite le unità operative complesse di Cardiologia Riabilitativa, Urologia, Pneumologia territoriale, Riabilitazione territoriale, Malattie infettive territoriali, Cure palliative, Lungodegenza, Procreazione medicalmente assistita (PMA). Quest’ultima, dopo la fine dei lavori per 200mila euro e l’acquisizione di apparecchiature per ulteriori centomila, è ora Centro di III livello, tra i pochi a livello nazionale”.
“Altro elemento distintivo dell’ospedale del Delta – prosegue la direzione nella sua replica – è la Cardiologia riabilitativa, che segue i pazienti cardiologici di tutta la provincia, dalla fase intensiva post-acuta ospedaliera alla fase territoriale, sebbene, per questa unità operativa, vi siano difficoltà nel reperire personale medico Sul fronte della chirurgia, l’ospedale del Delta sarà l’ospedale capofila nell’ambito del progetto di riordino provinciale della chirurgia di media e bassa complessità, che porterà un aumento di casistica legata a patologie con alta richiesta sul territorio”.
E ancora: “Sempre al Delta è stata collocata la Centrale operativa (Hub) del nuovo progetto di Teleriabilitazione con l’installazione di software e device (con finanziamento Pnrr di 1,9 milioni di euro) che consentiranno di effettuare riabilitazione, al domicilio del paziente o nella Casa di Comunità a lui prossima, per utenti anziani e residenti nelle aree interne. Sono in corso di distribuzione le necessarie apparecchiature ai pazienti sul territorio. Restando sul capitolo delle apparecchiature tecnologiche e digitali, all’ospedale del Delta sono inoltre destinate ulteriori apparecchiature per circa 480mila euro da fondi Pnrr: un nuovo mammografo digitale con tomosintesi e un ecotomografo già installati e un sistema radiologico polifunzionale”.
“L’ospedale del Delta – fa sapere la direzione – è inoltre inserito in un contesto sanitario territoriale distrettuale ampiamente sviluppato e connesso nel quale riveste un ruolo di primo piano. Basti pensare, per fare solo pochi esempi, al percorso di continuità tra Ospedale del Delta ed Ospedale di Comunità (Osco); alla presenza dell’infermiere responsabile di flusso (flow manager) in Pronto Soccorso (tesa ad ottimizzare il servizio dell’emergenza urgenza, per una risposta tempestiva ed efficace ai pazienti con emergenze a bassa complessità e fornire loro un’assistenza personalizzata); al Bed Management (azione finalizzata ad individuare la miglior soluzione di ricovero per ogni paziente)”.
“Quanto agli investimenti, vanno ricordati ancora – sottolinea – l’attivazione del nuovo pronto soccorso e della nuova camera calda (questa nelle scorse settimane) nonché il piano di manutenzioni aziendale che coinvolge ovviamente anche l’ospedale del Delta”.
“Come già detto più volte l’ospedale di Lagosanto – evidenzia – soffre purtroppo di una scarsa attrattività in termini di personale, e ciò genera un forte turnover. I limitati collegamenti, le difficoltà di trasporto e la scarsità di servizi che caratterizzano il territorio di riferimento incidono negativamente sul reclutamento del personale. In tal senso, proprio per sopperire a tale situazione, l’Ausl sta valutando possibili incentivi da riconoscere ai professionisti che scelgono di svolgere la propria attività lavorativa all’Ospedale del Delta”.
La direzione conclude: “Se si vuol ragionare di sanità in termini complessivi sul territorio di riferimento, non si possono infine tralasciare i servizi territoriali come ad esempio le cellule degli Infermieri di Famiglia e di Comunità (Ifec): sono attualmente 14 le cellule Ifec attive nel basso ferrarese e rappresentano un presidio prezioso e costante che aiuta la persona a gestire lo stato di malattia o disabilità cronica, in stretta sinergia con il medico di famiglia e con gli operatori della rete ospedaliera e territoriale”.
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