di Claudia Zamorani*
Non sono una iscritta al Pd, pur riconoscendone il valore, non ne frequento gli ambienti, anche perché non in indirizzo, non ne conosco le dinamiche interne: lo riconosco.
Ma quando gli elettori di centrosinistra, dalla stessa cabina elettorale, votano in simultanea PD (Bonaccini, centrosinistra) alle Europee e Fabbri (centrodestra) alle Comunali, non serve essere politologi per capire che stanno mandando un messaggio forte e chiaro, al netto di possibili rese dei conti, di lotte fratricide e di sussulti carnivori delle inquiete correnti interne allo stesso Pd.
Essere leader non significa possedere un gruppo o un partito ma avere il coraggio di assumersi la responsabilità politica del risultato: dei successi o dei fallimenti, come in questo caso.
Ecco perché abbiamo molto apprezzato il passo indietro, inaspettato, di Alessandro Talmelli da segretario comunale del Pd di Ferrara, al quale rinnoviamo la nostra stima sul piano umano, per essersi assunto la responsabilità politica del flop delle elezioni (immaginiamo, per consecutio, seguirà l’azzeramento di tutta la segreteria orfana).
Ecco perché allo stesso modo rimaniamo sconcertate e sconcertati dalla decisione di segno opposto della segreteria provinciale e dei circoli PD che, con un plebiscito quasi pari a quello di segno opposto delle elezioni, hanno deciso di riconfermare Nicola Minarelli a segretario provinciale.
Proprio quando gli elettori si aspettano invece le dimissioni, in linea con Talmelli, come assunzione bis della responsabilità politica dei risultati delle elezioni, deludenti per il centrosinistra anche nel Ferrarese.
Il segno che tra base e circoli, tra politica e società civile c’e un abisso. Incomunicabilità totale. Una frattura mai ricomposta, che forse sta alla base dei recenti esiti elettorali, su cui dobbiamo interrogarci e di cui forse siamo tutti un po’ responsabili, ciascuno con il proprio ruolo, anche come società civile. Ma intanto che cominciassero i vertici, in quanto tali, ad assumersi la responsabilità.
Per questo e’ auspicabile chiedere a Minarelli di fare un passo indietro, di assumersi la responsabilità politica dell’esito della elezioni e di lasciare finalmente spazio al rinnovamento, quello vero, fatto di volti nuovi, coraggio e passione.
E, se non sapete chi metterci, fate le primarie.
*Finalmente 2024
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