Cinque lunghe ore di discussione, oltre venti interventi a partire dalla relazione del segretario provinciale Nicola Minarelli che, nella notte tra martedì 30 e mercoledì 31 luglio, ha rimesso il suo mandato nelle mani della direzione provinciale del Partito Democratico che lo aveva confermato 8 mesi fa e che lo ha riconfermato.
“Sono partito – fa sapere il segretario – da un gesto di responsabilità ma anche di generosità, lo dico sperando di non sembrare presuntuoso”. Dice di non essere “così attaccato al ruolo di segretario provinciale del Pd da non sentirmi di metterlo in discussione” e che “il punto principale su cui ho chiesto il voto dei delegati provinciali del mio e nostro partito era infatti se proseguire o meno il mio impegno, facendo ciò che è meglio per la squadra e non per sé stessi, me compreso”. Arrivando al punto di dire “di volere sfilare il mio nome rispetto al ragionamento che a breve apriremo sulle candidature per le elezioni regionali”.
Ci sono però alcune condizioni che pone: “Innanzitutto la condivisione di un’analisi del voto spietata che partisse dalla inequivocabile sconfitta generale, pur con qualche – non molte in realtà – luce fioca. Il punto di partenza, che vale a livello provinciale ma anche per le singole aree, è che senza umiltà e senza la giusta ricerca di tutto ciò che non ha funzionato, non si può ripartire. Il secondo é la necessità di un progetto di sviluppo che coinvolga sicuramente il Pd – in senso ampio, considerati i numeri esigui dei tesserati rispetto a quelli ben più confortanti degli elettori – ma anche i soggetti esterni come sindacati, associazioni, mondi produttivi e soggetti strategici e che coinvolga tutta la provincia se vogliamo che il Partito Democratico torni ad essere un punto di riferimento credibile”.
Secondo il segretario non si tratta di “un libro dei sogni ma una proposta concreta fatta di investimenti, lavoro, servizi, salute: ciò di cui i cittadini necessitano”. “Le basi – aggiunge – sono già state buttate in questi ultimi tempi, ma dobbiamo incanalare questo percorso in qualcosa che sia il punto di partenza fondamentale per progetti e politiche perché solo riappropriandoci della politica, del processo di discussione e scelta, del lavoro di condivisione e confronto, possiamo poi puntare a risultati elettorali e amministrativi consapevoli e appaganti”. Infine, specifica, “un lavoro di squadra che vada oltre gli unanimismo di facciata che convogli una collaborazione genuina ed efficace. Quella che è mancata a Ferrara e che invece ad Argenta ma anche a Copparo é stata una bussola reale”.
“Il voto – prosegue – alla fine é arrivato, aperto anche ai delegati che si erano collegati da remoto, consapevoli che a fine luglio ci siano le ferie di mezzo. Ed é stato un voto che ha avuto un esito rotondo. Quarantasei voti a favore della relazione, 5 astensioni e 7 voti contrari” e 18 assenti. Minarelli dice “sinceramente” di essere “soddisfatto che il finto unanimismo non ci sia stato e sono consapevole della responsabilità che un esito come questo comporta”.
“Ma di trasparenza e lealtà – si avvia a concludere -, che non significa accondiscendenza, ho parlato nella relazione e nelle conclusioni prima del voto. Perciò preferisco un partito che si confronti – nelle sedi deputate, ancora meglio – piuttosto di un partito che non sappia reagire davanti alle sconfitte e che si chiuda in un fortino cercando di salvare il salvabile a vantaggio solo di qualcuno”.
“Questo – termina – il modo migliore per approcciarci al decisivo appuntamento elettorale delle elezioni regionali dove saremo tutti impegnati per il sostegno convinto e deciso a Michele de Pascale”.
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