Terre del Reno
31 Luglio 2024
Oggi a Bologna il tavolo regionale di salvaguardia con l’azienda, l’acquirente, i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori. Colla: "È la migliore delle soluzioni possibili"

Tecopress. Si chiude la crisi

di Redazione | 3 min

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Sant’Agostino. “Oggi abbiamo firmato un verbale di grande qualità, frutto di un lavoro enorme fatto dalle organizzazioni sindacali e dall’impresa. Era la migliore soluzione possibile, soprattutto davanti a un imminente rischio di precipizio”.

Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico e al Lavoro, Vincenzo Colla, al termine del Tavolo di salvaguardia per la Tecopress di Dosso di Sant’Agostino (Fe), per cui è stato siglato un accordo che formalizza e regola i diversi passaggi che consentiranno la rinascita dell’azienda ferrarese. Accordo che esplicita, in dettaglio, i contenuti di un’intesa raggiunta il 10 luglio scorso, sempre in viale Aldo Moro, tra Tecopress, SirTec, sindacati, Regione e istituzioni locali. Il salvataggio e il rilancio si realizzeranno attraverso SirTec (nata formalmente il 5 luglio scorso), NewCo di Sira Industrie della famiglia Gruppioni, che a partire dal 1° settembre subentrerà a Tecopress prima con un affitto d’azienda poi con un impegno vincolante all’acquisto entro un anno.

Inoltre, la NewCo è pronta ad assumere da subito 50 lavoratori (sugli attuali 141), con l’impegno a integrarne altri 20 entro il 3 settembre nel rispetto e in applicazione dell’accordo stipulato in data 30 luglio 2024. Per i restanti dipendenti si avvieranno, in attesa del completo assorbimento, i necessari ammortizzatori sociali, la cassa integrazione per cessazione di attività della Tecopress. Questi lavoratori saranno assorbiti gradualmente e assunti all’atto del conferimento, entro la data di scadenza della Cigs.

L’accordo, in aggiunta, prevede che SirTec attivi, qualora si renda necessario, la cassa integrazione per riorganizzazione aziendale, per il tempo necessario a completare gli investimenti e le attività connesse alla re-industrializzazione e riqualificazione industriale del sito per un periodo massimo di complessivi 24 mesi.

“Ringrazio le organizzazioni sindacali, le rappresentanze sindacali unitarie e il presidente Gruppioni, oltre alla precedente proprietà della famiglia Dondi, per la responsabilità e il grande impegno profuso, nel pieno rispetto reciproco- ha aggiunto Colla-. Da oggi inizia un nuovo percorso con un gruppo di grande reputazione, con l’obiettivo di un rilancio della produzione nello stabilimento ferrarese e della piena occupazione per tutti i lavoratori e le lavoratrici”.

Al vertice convocato dall’assessore Colla, hanno partecipato in presenza anche il sindaco del Comune di Terre di Reno, Roberto Lodi, i vertici dell’azienda Tecopress a partire dal presidente, Federico Dondi, SirTec con il presidente di Sira Industrie, Valerio Gruppioni, i rappresentanti di Confindustria Emilia Centro, delle Rsu e delle organizzazioni sindacali Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil di Ferrara, mentre il presidente della Provincia di Ferrara, Gianni Michele Padovani, si è collegato da remoto.

Sira Industrie Spa di Pianoro, nel bolognese, holding operativa della famiglia Gruppioni, è attiva nei settori industriali della pressofusione di alluminio, dell’automotive, del riscaldamento domestico e dei bus, minibus e veicoli speciali. Il Gruppo consolida un fatturato di 160 milioni di euro, impiega 700 persone ed è presente con unità produttive in 3 continenti.

La crisi di Tecopress era partita a inizio anno con una repentina decisione di licenziare una settantina di lavoratori. Poi, a febbraio, la proprietà dello stabilimento ferrarese aveva annunciato il ritiro dei licenziamenti e l’avvio delle procedure per attivare gli ammortizzatori sociali, dopo un accordo di cassa integrazione stipulato in Regione: questo ha aperto la strada alla ricerca di soluzioni che salvaguardassero il sito produttivo e la continuità occupazionale.

Tecopress, fonderia di pressocolata per la produzione di componentistica, nel corso degli anni post sisma 2012 ha ricevuto contributi dalla Regione Emilia-Romagna per poter tornare in produzione e restare un presidio sul territorio. È

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