Da militante del Movimento 5 Stelle e impegnato a sostenere tutti gli sforzi che possano portare ad un’azione comune delle opposizioni all’attuale governo della nostra città, sono rimasto sbalordito nel leggere l’intervento di Luciano Marangoni su Estense.com.
Al di là della presa di posizione a riguardo delle dimissioni di Talmelli, ciò che colpisce è la critica radicale a tutti gli sforzi compiuti, sia dentro che fuori dal PD, per individuare un percorso unitario in vista delle elezioni; tale critica arriva fino a mettere in discussione la battaglia contro il PROGETTO FERIS, sostenuta da un vasto schieramento di forze sociali e politiche.
Se questa fosse confermata come opinione dominante del PD e come esito dell’autocritica post elettorale, mi permetto di dire che sarebbe sconcertante per almeno due motivi: in primo luogo, da un punto di vista strategico, sarebbe difficile comprendere perché, mentre a livello regionale e nazionale si cercano convergenze e soluzioni unitarie, a Ferrara si tornerebbe indietro al 2019, alla presunta, perdente ed inesistente autosufficienza del PD; in secondo luogo, dal punto di vista contenutistico, la rivalutazione del PROGETTO FERIS mostra una visione della città fondata su fallimentari criteri economicisti, che non tengono conto della sua storia e del suo equilibrio urbanistico e ambientale.
Che dire? Per me e per tutti quelli che come me, dentro e fuori dal PD, auspicano un vero e sano rinnovamento, questo passo indietro costituirebbe una vera catastrofe.
Franco Gallinelli