Accoltellò e uccise a San Giovanni in Persiceto (Bo), nell’appartamento in cui convivevano, il veterinario 54enne Andrea Beluzzi. Ora la perizia psichiatrica sull’omicida, il 48enne ferrarese Francesco Ferioli, originario di Cento, certifica che l’uomo era ed è afflitto da un vizio totale di mente.
Ad attestarlo sono sia il consulente della difesa che quello incaricato dalla Procura. Si tratta dunque di totale incapacità di intendere e di volere dell’imputato, affetto da un disturbo delirante che lo renderebbe anche socialmente pericoloso, secondo le conclusioni dello psichiatra Renato Ariatti. Ferioli, che attualmente si trova nella sezione psichiatrica del carcere di Reggio Emilia, per questo motivo è in attesa di un posto in una Rems (una struttura sanitaria residenziale per persone affette da patologia psichiatrica a cui è stata applicata una misura di sicurezza detentiva).
I fatti risalgono al 31 dicembre scorso quando, di rientro da un giro in bicicletta, intorno alle 14, Ferioli avrebbe trovato il corpo senza vita del suo coinquilino nel loro appartamento, mentre giaceva accanto al suo letto con almeno tre coltellate al petto. Da qui, la chiamata al 118 ma, una volta arrivati sul posto, i sanitari non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso e avvisare i carabinieri. Ferioli e Beluzzi erano seguiti entrambi dai servizi sociali e stavano partecipando al programma “Abitare solidale” promosso da Auser Bologna in collaborazione con l’Unione dei Comuni. Un progetto che prevede la coabitazione di persone in difficoltà, economica e psicologica, così da potersi aiutare e sostenere a vicenda. Da quanto si apprende, Ferioli stava attraversando un momento della sua vita particolarmente critico. Aveva infatti perso il lavoro e, come se non bastasse, stava affrontando la fine di una relazione con una separazione che aveva aggravato ulteriormente i suoi problemi economici, tanto da costringerlo a dormire in auto. Problemi noti ai servizi sociali, quelli di Ferioli, che sembravano poter essere risolti con la partecipazione al progetto “Abitare solidale” al quale aveva aderito lo scorso 4 novembre trasferendosi nella casa di Andrea Beluzzi. Qualcosa, però, dovrebbe essere andato storto al punto da trasformare la convivenza in tragedia. Secondo il consulente della difesa si sarebbe trattato di una situazione di forte stress, certificata dalla sua perizia, che secondo Ferioli sarebbe stata alimentata da pressanti richieste sessuali da parte della vittima.
Il 1° ottobre è fissato il processo con rito abbreviato davanti al gup, che molto probabilmente si concluderà con un’assoluzione per non imputabilità e con una misura di sicurezza in una struttura adatta per Ferioli.
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