Costretta a vendere la casa per pagare le spese di ristrutturazione del tetto. E questo in forza di una delibera di condominio che ha visto il suo voto contrario e che, pare, non le dia il tempo di racimolare il denaro sufficiente a pagare la sua parte di manutenzione straordinaria.
È la storia che una donna di Ferrara, Mery Caselli, istruttrice di palestra, ha voluto consegnare ai giornali per sensibilizzare la cittadinanza su questa “vicenda assai spiacevole che mi sto trovando a vivere”.
La donna racconta che grazie, all’eredità materna, nove anni fa è riuscita ad acquistare un appartamento in una palazzina di sei unità in zona Doro, dove vive con sua figlia di 16 anni alla quale ha intestato la proprietà dell’immobile.
“Ho sempre cercato di sostenere le spese con uno stipendio da co.co.co – scrive – e, con estrema fatica, arrivo a malapena a fine mese”.
Recentemente è stato deliberato il lavoro straordinario del rifacimento del tetto della palazzina, “con un costo decisamente al di fuori delle mie possibilità”. In sede di assemblea, poi, “mi sono vista addirittura schernitala un condòmino mentre ribadivo che prima del rifacimento in toto del tetto, si poteva intervenire su porzioni più ridotte avendo fornito due preventivi di ditte locali che proponevano il rifacimento delle canne fumarie e l’accomodamento delle tegole danneggiate.
Ci tengo a precisare che entrambe le ditte avevano sottolineato che il tetto non fosse da rifare, ma da intervenire solo in alcune parti”.
Mery Caselli sa bene che “non posso intervenire legalmente in quanto la maggioranza è favorevole, ma sono profondamente avvilita dalla poca umanità dimostratami e l’unica soluzione al momento possibile è mettere in vendita la mia casa e, con il ricavato, saldare le spese (sempre se gli altri condòmini siano disposti ad anticipare la spesa)”.
In sede di discussione, infatti, la sua proposta di rateizzare le spese non sarebbe passata e il conto è da presentare entro settembre.
E allora l’unica soluzione che le rimane è quella di “cercare un’altra locazione e una persona disponibile a farmi da garante in quanto con il mio contratto non ho nessuna voce in capitolo (non mi è concesso nemmeno chiedere un finanziamento ad esempio)”.
“Non voglio la pietà di nessuno – sottolinea la donna -, il mio è un grido di rabbia verso quel condominio dove ho passato 9 anni e, tra un ‘buongiorno’ e un ‘buonasera’, mi sono trovata schernita e pugnalata alle spalle dalla più totale indifferenza e menefreghismo”.
La storia di Mery Caselli ha colpito Ilaria Baraldi, che vi vede “una storia drammatica per nulla isolata. È la storia di tante donne che devono rispondere a tutte le necessità legate all’educazione e al mantenimento dei figli, è la storia dell’impoverimento di tutte quelle persone che pur avendo un lavoro, o due, non riescono a far fronte alla normale sopravvivenza. Forse – è vero – è anche la storia di una solidarietà tra persone che andrebbe riscoperta come rete di relazioni utili non solo a stare a galla, ma a sapere di poter contare su qualcuno”.
L’esponente del Partito democratico di Ferrara sostiene che “in questo come nei tanti simili casi la risposta non può essere solo privata, deve anzitutto essere pubblica, e politica.
Mentre speriamo che la lotta al lavoro povero che non protegge dalla insicurezza e non dà alcuna garanzia diventi il tema principale dell’agenda del governo, si potrebbe pensare a strumenti locali di sostegno a situazioni simili?”.
“Un fondo per emergenze di questo tipo? – è la proposta -. Una quota di edilizia pubblica riservata a situazioni transitorie di difficoltà che non sia sottoposta alle tempistiche delle graduatorie annuali? Potrebbe il pubblico farsi garante a date condizioni e in casi specifici, per la quota e il tempo necessari a superare il momento di difficoltà, compatibilmente con l’art.97 della Costituzione e il Testo Unico degli Enti Locali?”.
“Sono ovviamente tutte ipotesi da verificare – premette Baraldi -, poiché sappiamo che i vincoli sulle risorse e sulle azioni di una amministrazione sono tanti. Ma io credo che una analisi in questo senso vada fatta, perché quello che sta succedendo a Mery Caselli purtroppo non è e non resterà un caso isolato”.
Chi volesse contattare la signora Caselli per un aiuto legale o altro può scrivere alla redazione di Estense.com alla mail news@estense.com o telefonare o lasciare un messaggio al numero 3463444992.
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