Cronaca
29 Luglio 2024
Via Mura di Porta Po, una "zona prediletta" per spacciatori e consumatori, dove tutto avviene alla luce del sole, davanti agli occhi inermi dei cittadini

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di Davide Soattin | 3 min

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Due persone, un uomo e una donna, accovacciati tra il verde. Entrambi hanno una siringa in mano. La guardano, istanti prima dell’iniezione. Poi si alzano, lui si abbassa i pantaloni, lei si alza il vestito, e con la faccia rivolta alle mura di via Belvedere, si bucano vicino alle parti intime, dove i segni dell’ago, una volta finito tutto, non si vedranno. Questioni di istanti, di attimi. Passa anche un uomo in bicicletta, un pusher, si ferma a parlare con la donna. Tra i due avviene uno scambio veloce, poi lei torna a fare ciò che stava facendo prima e lui riparte in sella.

È la cronaca di ciò che si vede in uno dei due video girati e inviati alla nostra redazione da un lettore – che chiede al momento di restare anonimo per paura di ripercussioni – residente in via Mura di Porta Po, da dove già nei giorni scorsi è partita una lettera aperta al sindaco Alan Fabbri da parte dei residenti di un condominio, esasperati e preoccupati per quello che sta diventando l’area tra la stazione e il palapalestre. Una “zona prediletta” per spacciatori e consumatori di droga, dove tutto avviene alla luce del sole, davanti agli occhi inermi dei cittadini.

Nel secondo filmato, invece, due giovani ragazzi, accompagnati dai loro cani, si avvicinano a un uomo in monopattino. Si incontrano lungo un marciapiede, sotto le finestre dei palazzi vicini. Anche qui, il tutto avviene in pochi secondi. L’incontro, la cessione della dose e poi via, dopo qualche istante di esitazione, tutti e tre ripartono nella stessa direzione.

“Purtroppo la strada e il prato – ci racconta il lettore – sono diventati luogo di consumo di droghe pesanti. Accade infatti di frequente che i tossicodipendenti acquistino e consumino sostanze seduta stante, senza preoccuparsi dei passanti. So che assumere droga non è un reato, ma le modalità brutali di un buco in vena, i rischi connessi con i rifiuti abbandonati nell’erba, il rischio di trovarsi a gestire emergenze di un collasso nel prato, tutto ciò ci lascia davvero senza parole, soprattutto perché l’amministrazione lasciano correre“.

La fotografia che viene restituita è quella di un quartiere in cui il degrado dilaga tra siringhe usate, gettate a terra insieme a fiale di metadone, cerotti e lacci emostatici. Principalmente si trovano sotto gli alberi, dove ogni tanto c’è chi, preferendo non dare nell’occhio, mentre fa uso di sostanze stupefacenti, cerca almeno riparo visivo. Ma, anche lungo una delle scalinate di accesso alle mura che separano viale Belvedere da via Porta Catena, la situazione resta critica dal punto di vista igienico e sanitario.

I video arrivati al nostro giornale sono stati girati alle 16.30 di giovedì 25 luglio e alle 16 di venerdì 26 luglio, ma il problema è annoso: “Ho dei figli e il più piccolo si trova davanti a queste scene da quando ha 11 anni. Andando in palestra o a scuola in bicicletta. Un giorno è rientrato a casa dicendo che c’era «una persona morta forse per droga» sdraiata nell’erba. Per fortuna la ragazza non era morta, l’abbiamo assistita per una ventina di minuti in attesa dell’ambulanza, ma la nostra sensazione è che siamo abbandonati in questo girone infernale. Non si può fare nulla per gestire questo fenomeno in maniera più dignitosa per tutti?” domanda il lettore.

La scelta della nostra redazione, una volta venuta in possesso dei filmati, è stata quella di pubblicarli, nonostante la crudezza delle immagini. La decisione è stata presa per dovere di cronaca, oscurando comunque volti e corpi delle persone che vengono riprese, nel rispetto di quella che è la loro dignità.

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