Attualità
19 Luglio 2024

Bedin a Nordio: “Non vogliamo essere carceri alternative ma alternativi al carcere”

di Redazione | 2 min

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di Domenico Bedin

Mi chiamo Luca, sono in carcere perchè ho rubato una borsetta nel negozio vicino a casa per disperazione. L’ho subito restituita, ma poi ho trascurato la denuncia e il processo perchè avevo trovato lavoro in un’altra città. Mi hanno dato 4 anni e mezzo da scontare. Due li ho fatti in carcere ed ora sono in una comunità per scontare il residuo di pena con l’affidamento in prova ai servizi sociali.

Io invece ho spacciato, io ho partecipato ad una rissa…. io ho ucciso. Siamo ormai alla fine della nostra pena siamo anche noi in comunità con provvedimenti alternativi al carcere.

Io invece sono agli arresti domiciliari, in custodia cautelare, in attesa del processo; sono qui in comunità perchè non ho casa. Io ho finito il carcere ma non sapevo dove andare….

Sono 30 e più anni che colleziono storie del genere. Viviamo insieme. Molti se ne vanno e vivono una vita normalmente faticosa, altri ricadono e tornano, di altri non ho più notizie.

A parte qualche piccolo e temporaneo progetto finanziato di accoglienza queste persone sono state sempre accolte gratuitamente perchè scelte tra i più soli e poveri tra i detenuti.

Ora il Ministro della Giustizia scopre le comunità non tanto perchè sono formidabili mezzi per il reinserimento perchè altrimenti già le avrebbe valorizzate, ma piuttosto per “smaltire i detenuti in eccesso”, per diminuire il sovraffollamento. Ci ha promesso anche dei soldi ed ha istituito un registro delle comunità disponibili ad accogliere.

Caro Ministro tre cose ti chiedo:

1- non mandarci i detenuti che il penitenziario non sopporta perchè troppo faticosi da gestire, sia perchè non vogliamo diventare succursali del carcere, sia perchè vorremmo continuare a scegliere, insieme agli educatori del carcere, tra coloro che sono disponibili ad un cammino serio di emancipazione. Inoltre non abbiamo mezzi coercitivi.

2- Non farci entrare attraverso l’accreditamento in una logica burocratica tale da impegnare le nostre risorse e il nostro tempo a far carte su carte.

3- Fa che gli enti locali, Regioni e Comuni mattano a disposizione luoghi e strutture adatte a questo scopo e fa che si impegnino ad un inserimento sia nel volontariato che nella ricerca del lavoro.

Non vogliamo essere carceri alternative ma alternativi al carcere.

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