Era appena stato condannato a tre anni e mezzo per maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie. Ora arrivano altre due condanne per E.T., 66 anni.
L’uomo era stato condannato a inizio luglio per episodi che si snodavano nel corso di tre anni, dal 2017 al 2020: pugni in faccia, faccia sbattuta contro il finestrino dell’auto, gli effetti personali di lei gettati dalla finestra. Fatti che causarono alla vittima, 63 anni, con cui condivideva, oltre alla vita famigliare, anche l’attività professionale, “penose condizioni di vita e un grave stato d’ansia e di paura”, come recitava il capo di imputazione.
Dopo i primi segnali di violenza la donna, nel gennaio 2020, aveva deciso di separarsi. Ma anche dopo la separazione di fatto lui aveva continuato con i maltrattamenti.
Nei giorni scorsi l’uomo è stato raggiunto da altre due condanne. Una per un fatto risalente al 3 giugno 2020. L’imputato entrò nel negozio che prima gestiva assieme alla moglie e si portò via parte del pavimento del negozio (sei tavole in laminato) e una lavagna metallica, rivendicandone la proprietà.
Il giudice Giovanni Solinas lo ha condannato per esercizio arbitrario delle proprie ragioni a una multa di 120 euro e al risarcimento di duemila nei confronti dell’ex, costituitasi parte civile attraverso l’avvocato Alessandro Felisati.
Per lo stesso reato è stato condannato il giorno successivo dalla giudice Rosalba Cornacchia a 4 mesi di reclusione e 2mila euro di multa. In questo caso l’episodio risale al 25 giugno 202o. L’uomo, ritenendo di aver diritto di alloggiare all’interno dell’abitazione familiare e di avere accesso nel negozio, dopo aver intimato alla donna di consegnargli le chiavi l’aveva spintonata ripetutamente.
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