di Valentino Tavolazzi
L’intervento della consigliera del Pd Anna Chiappini, che stimo, potrebbe essere l’incipit di una approfondita analisi politica, mai fatta, della sconfitta della sinistra ferrarese alle ultime elezioni amministrative. Ma ho poche speranze che ciò possa accadere.
Pure io credo che quando si perde, così vistosamente, i motivi concreti ci siano sempre.
Due disfatte non si spiegano con l’errata impostazione della campagna elettorale, con l’uso inadeguato dei social e nemmeno solo con il candidato sbagliato. Fabio Anselmo è stato cinicamente sacrificato.
Cinque anni di opposizione evanescente e totale assenza di proposte sui problemi reali della città, sono la vera causa. La supponenza nel giudicare dall’alto l’avversario, l’arroganza di non ammettere gli errori, l’assenza di scuse richieste ai ferraresi mal rappresentati per molti anni, sono gli ingredienti di una ricetta velenosa offerta agli elettori quando si amministrava e pure quando si doveva fare opposizione, seria e credibile, attività che quasi sempre necessita di capacità propositiva.
D’altra parte chi aveva mal governato prima, sotto la guida del peggior sindaco di Ferrara dal dopo guerra, parlo dell’avvocato Tiziano Tagliani, come poteva fare una buona opposizione dopo? Se non hai in testa idee e progetti quando governi (al contrario combini grossi guai), come puoi averli in testa quando sei all’opposizione?
Non c’è stata una parvenza di analisi della prima sconfitta, una onesta assunzione di responsabilità offerta ai ferraresi. Nemmeno un accenno alla riorganizzazione del partito, al rinnovamento del gruppo dirigente, alla costruzione di un nuovo rapporto con la città e di nuove politiche amministrative.
Come si fa ad arrivare all’appuntamento con le recenti elezioni, senza aver investito in un nuovo gruppo dirigente, in un forte candidato politico (che avrebbe dovuto guidare l’opposizione), fin dall’alba della prima sconfitta? Inadeguatezza, incapacità di reazione. Lo scrivo da molti anni.
D’altra parte come possono avere idee, entusiasmo, voglia di agire (lavorare) coloro che hanno sostenuto passivamente la disastrosa era, per la sinistra ferrarese, rappresentata dalle amministrazioni Tagliani, e prima di lui Sateriale? Non si contano i danni economici, politici, ambientali, sociali, sanitari, arrecati alla città ed ai cittadini, approvati in Consiglio con postura acritica e subalterna, con la manina sempre alzata, per approvare scelte amministrative vergognose, proprio da parte di chi, durante la prima amministrazione Fabbri, avrebbe poi dovuto dimostrare capacità di reazione e di opposizione, purtroppo mai viste.
È il vuoto politico ed amministrativo da parte dell’opposizione, per cinque anni (conseguenza del mancato rinnovamento del PD ferrarese), il vero terreno di coltura della seconda disfatta. Anselmo è arrivato alla fine e nulla avrebbe potuto fare per rimediare al totale collasso di una intera generazione di politici che hanno fallito e che caparbiamente non vogliono farsi da parte. »
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