Attualità
14 Luglio 2024
Precipitazioni nella media nei primi sei mesi dell’anno. Nessuna preoccupazione per la disponibilità di acqua per l’irrigazione ma occorre pensare al futuro

Clima. Il livello del Po è il più alto degli ultimi 30 anni, ma servono misure strutturali

di Redazione | 3 min

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Con un volume di precipitazioni nella media e il livello del Po che è il più alto degli ultimi 30 anni, le riserve l’acqua per l’irrigazione sono attualmente assicurate. Anche nei primi dieci giorni di luglio, caratterizzati da temperature elevate e assenza di precipitazioni, i livelli idrometrici restano di 3 metri superiori ai valori medi.

Questo, in sostanza, il risultato dei dati raccolti attraverso le stazioni di monitoraggio dal settore agronomico del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, che li ha integrati con i sistemi regionali per fotografare i cambiamenti climatici in atto. Nel dettaglio, come spiega il responsabile del settore, Aldo Bignami: “Sintetizzando al massimo, possiamo affermare che nella prima metà del 2024, fino al 30 giugno, sono caduti quantitativi di pioggia perfettamente in linea con il valore climatico, ovvero la media 1994-2023, e i quantitativi di acqua nel Po sono decisamente sopra la media: nell’ultimo trimestre sono i più alti mai registrati negli ultimi 30 anni, situazione sicuramente inusuale che non è cambiata neanche con l’arrivo delle alte temperature di luglio. La pioggia cumulata nel primo semestre sul nostro comprensorio è di 330 mm, poco sopra il valore climatico dei 300 mm e la particolarità di questo periodo sta nel fatto che in ciascun mese è piovuto sostanzialmente quanto registrato dalla media trentennale. Se i quantitativi complessivi di pioggia nel 2024 sono vicini alle medie, non sono comunque mancate precipitazioni di grande intensità e molto localizzate, le cosiddette “bombe d’acqua”, che hanno messo in difficoltà i sistemi fognari urbani e il settore agricolo. Particolarmente ricco di questi fenomeni il mese di giugno, quando in diverse stazioni sono state rilevate piogge superiori a 30 mm/ora. Come già anticipato – continua Bignami – i livelli idrometrici del Po a Pontelagoscuro, confrontando le medie mensili dei mesi di aprile, maggio e giugno, sono sempre tra i massimi degli ultimi 30 anni e sono, dunque, più che rassicuranti in termini di disponibilità idrica per l’agricoltura, al contrario di ciò che sta avvenendo al Sud Italia, stretto nella morsa della siccità”.

Una situazione positiva quella del 2024 ma che non deve però far abbassare la guardia, perché i dati fanno pensare che non si tratti di un ritorno alla normalità ma di scenari soggetti a rapidi cambiamenti, come afferma il presidente del Consorzio, Stefano Calderoni.

In soli tre anni abbiamo rilevato il valore minimo dei livelli del Po durante la spaventosa siccità del 2022 e oggi registriamo il valore massimo degli ultimi 30 anni: è chiaro che le situazioni che un tempo avremmo considerato “estreme” stanno divenendo ordinarietà. Anche questi primi dieci giorni di luglio, in piena stagione irrigua, siamo passati da un clima quasi primaverile di giugno a temperature di oltre 35°.  La disponibilità d’acqua è buona e i livelli del Po rimangono rassicuranti, ma non possiamo pensare solo a quello che accade oggi, ma dobbiamo ragionare e pianificare in prospettiva. Questo tipo di analisi è stata fatta anche alla recente assemblea nazionale di Anbi – Associazione Nazionale Bonifiche Italiane, dove si è parlato della necessità di rendere più resilienti i territori e le infrastrutture delle bonifiche alla mutevolezza delle condizioni climatiche.

Credo che in questo contesto i decisori politici, sia a livello italiano che europeo, debbano davvero pensare a un piano strategico di ampio respiro per affrontare i cambiamenti climatici e ridurre il loro impatto negativo sulla nostra economia, a partire da quella agricola. Dobbiamo fare uno sforzo congiunto per riuscire in un’impresa ormai vitale: trattenere l’acqua quando c’è e impedire che l’eccesso di precipitazioni provochi danni e fenomeni estremi come le alluvioni. In questo contesto il nostro Consorzio, come molti altri enti virtuosi in tutta Italia, continuerà a progettare infrastrutture che riescano a non disperdere il patrimonio idrico e allo stesso tempo a difendere i territori dal punto di vista idrogeologico. Solo così possiamo evitare che i mutamenti climatici impediscano la crescita economica e sociale non solo nostra ma delle prossime generazioni”.

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