A Ferrara serve un piano di reindustrializzazione
Massimo Buriani e Davide Nanni (Pd) intervengono sulla crisi industriale che sta investendo l'Italia e ancor di più Ferrara
Massimo Buriani e Davide Nanni (Pd) intervengono sulla crisi industriale che sta investendo l'Italia e ancor di più Ferrara
Dopo la Resistenza ora anche l’associazione Cittadini del mondo perde la sua sede per volontà del nostro sindaco di Ferrara, Alan Fabbri e della sua giunta. Colui che ama definirsi ‘il Sindaco di tutti’
Terza corsia della A13, Zls e polemiche con la Regione per la nuova romea. Ieri (9 maggio) il sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e trasporti, Tullio Ferrante, ha tenuto un colloquio con le principali associazioni di categoria del territorio estense alla Camera di Commercio di Ferrara-Ravenna
Il Tribunale di Ferrara ha disposto il blocco immediato dei lavori edilizi in corso nell’area di via Favero/via Serao, a seguito del riconoscimento dell’esistenza di una servitù di passaggio gravante sul terreno oggetto dell’intervento
In occasione della Giornata dell’Europa, i gruppi di maggioranza dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna si fanno sentire contro la drammatica crisi umanitaria nella Striscia di Gaza
di Anna Chiappini*
I dati delle elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno restituiscono un quadro prezioso per chiunque sia animato dal desiderio di comprensione delle dinamiche della nostra comunità locale, che si tratti di persone con cariche istituzionali, amministrative, politiche o no. La motivazione a comprendere, se presente, rende tutti noi cittadine e cittadini più partecipi e consapevoli.
Il successo personale di Alan Fabbri in dati percentuali è inconfutabile: il 57,8% dei votanti. La sua lista civica ha significativamente eroso perfino le altre liste di centro destra alleate. La lista della Lega ( partito dello stesso Sindaco, non dimentichiamolo ) si è fermata ad un 7.6% ( nel 2019 aveva raggiunto quasi il 31%).
Tuttavia, la decisa affermazione del Sindaco, le cui dinamiche meritano sicuramente un approfondito studio, non può di per sé rendere ragione della sconfitta del nostro Partito Democratico locale. Una buona comprensione implica umiltà e onestà intellettuale: soprattutto, quando il boccone è più indigesto. Lo scalino tra i voti registrati dal Partito Democratico alle elezioni europee e quelli delle Amministrative ci dice che più di 6.400 persone a Ferrara non hanno confermato la loro scelta per il PD quando si è trattato di passare dal contesto europeo a quello del nostro territorio.
Rimaniamo di gran lunga il primo partito a Ferrara, per percentuale di voti espressi (31.48%), strutturazione sul territorio e numero di iscritti, ma la considerazione non ci esime dall’osservare che questa dell’8 e 9 Giugno è la seconda, pesante sconfitta in città del nostro Partito, che non è stato in grado di dare orientamento e speranza almeno ad una quota dei 34.000 ferraresi che hanno rinunciato ad esprimere il loro voto né a quelli che ci avevano pur sempre scelto in sede europea. Mentre la sinistra ha mietuto successi a Bari, Firenze, Perugia, Potenza e Campobasso, ai ballottaggi 7 a 5 per le sinistre; quando la segretaria Elly Schlein definisce l’ultima tornata elettorale “una vittoria storica per il campo progressista“ e aggiunge che “ le città hanno bocciato la destra che governa e mandato un messaggio chiaro a Meloni“, quale lettura della situazione ferrarese può uscirne?
Il tentativo di scaricare sul candidato avv. Anselmo la responsabilità dei nostri deludenti esiti elettorali risulterebbe intollerabile e meschino. Anzi, cogliamo l’occasione per rivolgergli un sentito grazie per la disponibilità e caparbia volontà di affrontare e condurre una campagna elettorale difficile e faticosa, in cui si è fatto interprete di una larga e composita coalizione e, assieme ad essa, delle speranze di tanti cittadini. Piuttosto, il risultato impietoso della campagna ripropone problemi già visti nel 2019, come quelli legati ai tempi e ai modi della sua conduzione, a loro volta frutto di criticità perdurate negli anni.
Abbiamo necessità di un colpo di reni, che riporti il Partito Democratico locale alla concretezza dei temi e della comunicazione; al mondo del lavoro e al suo futuro; all’espressione di una chiara visione della città, rispondente ai valori di democrazia, cultura e partecipazione che hanno caratterizzato la nostra storia, sia all’interno che verso l’esterno del Partito; all’apertura e condivisione delle iniziative dei cittadini come all’attenzione e presenza nelle frazioni; alla valorizzazione delle competenze al suo interno, in particolare delle giovani generazioni, come anche dei diversi linguaggi che esse esprimono; ad una più coraggiosa presa in carico dei diritti, a partire dai più deboli, e della diversità; ad un rinnovato impegno di costruzione di azioni di pace, in dialogo con gruppi e associazioni e attraverso i nostri rappresentanti in Parlamento Europeo; ad una più convinta e responsabile sensibilità verso l’ambiente in cui viviamo e dove vivranno quelli dopo di noi, ad una cultura del rispetto verso tutti gli esseri viventi e le diverse forme di vita.
Il calice della sconfitta non va allontanato ma colto con dignità e orgoglio come opportunità per andare fino in fondo nell’esame di errori e mancanze, che non possono essere considerati come “varie ed eventuali” ma priorità di dibattito e confronto, innanzi tutto in sede di assemblee e direzioni di Partito.
Lo dobbiamo agli iscritti e alle iscritte, ai simpatizzanti, ai tanti che sono entrati anche sull’onda del rinnovamento del Partito a livello nazionale, a chi, pur criticando, ci vede come punto di riferimento significativo e strutturato di contrasto all’avanzare delle destre e a forme di neofascismo. Lo dobbiamo alle tante donne e tanti uomini che si spendono per tenere aperti i circoli, organizzare eventi ed incontri, sostenere le campagne e le Feste dell’Unità, con convinzione e generosità.
*consigliera comunale del Gruppo Partito Democratico e vicepresidente del Consiglio Comunale di Ferrara
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