Cosa possiamo fare per difenderci dal caldo? È a questa domanda che risponde il direttore del dipartimento di cure primarie dell’Ausl di Ferrara Franco Romagnoni prendendo come spunto il decalogo proposto dal Ministero della Salute.
“Credo – dice – che sia una buona cosa fare un ripasso sulle regole per proteggerci dal caldo”. Infatti, “una recente pubblicazione dell’Università di Barcellona, ha dimostrato che in Europa nel 2022 l’Italia è stato il peggior paese per la mortalità da caldo e le stime dei decessi da caldo per l’Europa sono passate da 60.000 a 70.000 vittime durante l’estate 22, che è stata probabilmente la peggiore”.
Romagnoni ricorda che “devono avere particolare attenzione le persone più fragili” e in particolare “gli anziani”, ancor di più quelli con età molto elevata o con patologie che richiedono l’assunzione di più farmaci, “anche questo può essere un problema aggiuntivo”.
La prima regola per difendersi rimane quella di bere molta acqua “perché uno degli effetti del caldo è appunto la disidratazione per cui è bene ricordarsi di idratarsi in modo regolare” con liquidi o con un’alimentazione che sia più ricca di liquidi come frutta e verdura.
Sono regole all’apparenza semplici che sentiamo ogni anno ma è altrettanto importante ricordarle. Una di queste è “non uscire nelle ore più calde, indicativamente dalle 11 alle 18 di ogni giornata”, se invece fosse assolutamente necessario è importante ricordare di “uscire coperti e protetti con cappello e occhiali da sole, vestiti larghi e possibilmente di fibra non sintetica”. “Insomma – dice Romagnoni – tessuti che lasciano traspirare perché la traspirazione chiaramente è una protezione naturale del nostro organismo”.
Il direttore del dipartimento di cure primarie ricorda come alcuni ambienti come le autovettura diventino molto torridi quando lasciti “sotto il sole in un parcheggio diventa un forno”. Chiaramente “una persona fragile lasciata all’interno, che sia un bimbo piccolo o che sia un anziano, non può sopportarla”.
Si tratta di “una serie di regole semplici, purtroppo non sono ancora sufficientemente ascoltate e osservate”.
“Ricordiamoci – conclude Romagnoni – che c’è un sistema di protezione, la continuità assistenziale, il medico di medicina generale, i Cau, che possono intervenire nei problemi indotti dal caldo e dare una risposta sanitaria alle difficoltà della persona”.