Politica
11 Luglio 2024

Elezioni regionali, Rifondazione Comunista per una lista unitaria della sinistra alternativa ai poli esistenti

di Redazione | 2 min

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Rifondazione Comunista per le prossime elezioni regionali dell’Emilia-Romagna lavora a una proposta politica alternativa ai poli politici esistenti, da costruire con tutte le forze politiche e sociali della sinistra attive su base regionale e locale e disponibili alla costruzione di una lista unitaria.

“All’interno del perimetro politico che si verrà a delineare – spiegano Stefano Lugli e Paola Varesi, co-segretari Rifondazione Comunista Emilia-Romagna – valuteremo la definizione del simbolo elettorale e la candidatura alla presidenza e nei collegi elettorali. Arriviamo a questo appuntamento elettorale dopo un decennio di presidenza Bonaccini in cui si è compiuta la completa omologazione della nostra regione al liberismo, e sentiamo la necessità di costruire una proposta programmatica che a partire dai principali bisogni dei cittadini delinei una alternativa di sinistra e di sistema per la nostra regione”.

“Il mito del buon governo propagandato in questi anni da Bonaccini – aggiungono – si scontra con una sanità sempre più tagliata e privatizzata, una gestione del territorio che ha mostrato tutta la fragilità di politiche urbanistiche centrate sul consumo di suolo, politiche trasportistiche basate sulla realizzazione di nuove autostrade e beni comuni come acqua ed energia messi al servizio del mercato privato. Per non parlare dell’autonomia differenziata, che vede dal 2018 la nostra regione affiancata a Veneto e Lombardia nel chiedere la secessione dei ricchi, per poi fare una furbesca marcia indietro solo perché il disegno eversivo dell’uguaglianza dei diritti lo concretizza un governo di destra, per altro azzoppando lo strumento del referendum abrogativo proponendo anche un quesito parziale che salva le pre-intese”.

“Sono questi – concludono i co-segertari – alcuni dei temi attorno ai quali vogliamo coinvolgere quei partiti e quelle realtà che in questi anni hanno esercitato forme di conflittualità alle politiche regionali, spesso rimanendo inascoltate, a partire dal largo movimento di protesta contro il consumo di suolo e per la tutela dell’ambiente e dal movimento contro l’autonomia differenziata. E vogliamo coinvolgere il mondo pacifista con cui condividiamo l’urgenza di politiche di pace che facciano sentire una voce contro l’economia di guerra e politiche di escalation militare che ci stanno portando alla terza guerra mondiale”.

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