In occasione del XXIV Congresso Nazionale Fadoi (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), che si è svolto a Rimini dall’11 al 13 maggio scorso, l’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara (diretta dal dott. Marco Libanore, prossimo al pensionamento) è stata premiata e riconosciuta tra i migliori centri clinici di ricerca nello studio delle Febbri di Origine Ignota (Fuo) per il costante impegno dimostrato per questo studio, il numero di pazienti arruolati e la qualità dei dati raccolti.
Nel 2019, nell’ambito della collaborazione tra la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) e la Federazione Italiana dei Dirigenti di Medicina Interna (Fadoi), è stato istituito il Registro Italiano delle Fuo, a cui hanno partecipato oltre trenta centri clinici di malattie infettive e medicina interna, sparsi in tutta Italia.
Anche l’Unità Operativa di Malattie Infettive del Sant’Anna ha aderito a questo progetto con l’attivazione di un percorso ad hoc in regime di Day Service. Dall’elaborazione dei risultati clinici ottenuti, a distanza di quattro anni, è emerso che la Sezione di Malattie Infettive dell’ospedale di Cona è stata particolarmente virtuosa nell’inquadramento diagnostico di questa patologia.
Le Fuo costituiscono le cosiddette Febbri di origine sconosciuta, ovvero quelle forme di iperpiressia che persistono da almeno tre settimane e che non trovano una spiegazione dopo aver effettuato i principali accertamenti diagnostici strumentali e di laboratorio. Esse necessitano quindi, per essere definite e inquadrate, di un preciso percorso gestionale, basato anche sull’impiego di sofisticate indagini di medicina nucleare, come la TAC-PET, oppure su innovative diagnostiche di laboratorio come la polymerase chain reaction (Pcr).
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