Argenta. Secondo Mirko Cavallini, segretario generale della Uila-Uil di Ferrara-Rovigo, per combattere il caporalato e avere una agricoltura di qualità, servirebbe un “buon contratto che preveda un corretto aumento retributivo”. Sembra averlo preso in parola la Coop Bellini di Argenta, ‘isola felice’ in un contesto lavorativo nazionale che, soprattutto in campo agricolo, è fatto di poche luci e tante ombre.
Secondo l’osservatorio ‘Placido Rizzotto’ della Cgil, infatti, in Italia sono circa 230mila le persone sfruttate, si tratta di circa un quarto di tutti i braccianti. Mercoledì scorso (19 giugno) invece Satnam Singh è morto dopo aver perso il braccio in un incidente sul lavoro avvenuto due giorni prima. Non aveva un contratto ed è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Latina per far luce su quanto accaduto.
In provincia di Ferrara si parla sempre più spesso di caporalato e sfruttamento della manodopera, specialmente in riferimento alla comunità pakistana molto numerosa tra Portomaggiore e Argenta. Numerose le azioni messe in campo dai Comuni e dalle forze dell’ordine oltre che dalla prefettura che ha voluto costituire un tavolo ad hoc con i comuni, le associazioni di categoria e l’Inps. Lo stesso prefetto Massimo Marchesiello fin dal giorno del suo insediamento aveva sottolineato l’importanza del contrasto a caporalato e sfruttamento. Della scorsa settimana, infine, la firma di un protocollo contro lo sfruttamento lavorativo di Cidas, LegaCoop Estense e Cgil.
Esistono però anche esempi virtuosi, si diceva, come nel caso di Coop Bellini, affiliata a Legacoop. Nata ad Argenta nel 1945, oggi conta 200 soci lavoratori, il 95% del totale dei dipendenti. Tra questi ultimi, da maggio scorso, anche quindici operai pakistani “che ci hanno dato una grossa mano in un periodo in cui molti lavori venivano lasciati indietro”. A parlare è il presidente, Giuseppe Ciani, che non vuole assolutamente strumentalizzare quello che oggi a tutti gli effetti è un problema italiano.
Attualmente i quindici braccianti sono inquadrati con Ccnl previsto per i lavoratori dipendenti di cooperative e consorzi agricoli per un tempo che, dopo un iniziale periodo di prova, è stato esteso fino a fine ottobre 2024 anche se l’obiettivo è quello di prolungarlo ulteriormente. La Coop Bellini opera in diversi settori agricoli e, nel periodo invernale aumentando il lavoro nelle serre potrebbero aprirsi altre opportunità. “L’intento – spiega ai nostri taccuini Ciani – è quello di cercare di dare la possibilità di lavorare non solo in un periodo dell’anno ma tutto l’anno“. In sostanza oggi questi nuovi lavoratori hanno risolto “un nostro problema“, la coop aveva bisogno di un maggior numero di braccianti, domani si vorrebbe rispondere “a un bisogno del lavoratore” dandogli la possibilità di prolungare il contratto. “Ora c’è il picco di lavoro e poi cosa fai? Lo lasci a casa? No” dice Ciani.
In futuro, perché no, oltre a un contratto a tempo indeterminato, anche diventare socio ma questo sarebbe un passaggio che vuole una decisione da parte del Consiglio di Amministrazione. Anche perché questi lavoratori vanno a sostituire storici dipendenti dell’azienda che dopo 40 anni di lavoro sono andati in pensione. Ciani parla di “30\40 pensionamenti negli ultimi anni, persone cresciute in cooperativa, che la conoscevano molto bene e molto qualificate”. Figure che “oggi è fatica trovare” perché si richiede una sempre maggiore specializzazione e manca un ricambio generazionale. Oggi la possibilità è invece quella di “far crescere le persone che abbiamo all’interno” anche perché “guidare una delle moderne trattrici agricole non è più come una volta, ora sembra di stare in un’astronave“.
Oggi questi quindici nuovi operai non possono sostituire le mansioni del personale specializzato, ancora non hanno le competenze per poter guidare uno dei nuovissimi trattori per seminare o arare un campo. Il futuro però potrebbe essere anche questo, quello di specializzarsi, conoscere e farsi conoscere oltre ad acquisire nuove competenze. Anche questo è integrazione.
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