Lettere al Direttore
23 Giugno 2024

Ferrara laboratorio dell’odio on line

di Redazione | 2 min

Ho letto i commenti carichi di odio rivolti a Domenico Bedin all’indomani della notizia della sua riduzione allo stato laicale, da lui richiesta.

Conosco Domenico da tanti anni.

Ora, si può essere o meno d’accordo sulla accoglienza agli ultimi  che Domenico per decenni ha praticato con chiunque: per dirsi cristiani ci sono dei requisiti minimi che a prescindere dal Battesimo ci identificano: primo fra tutti seguire gli insegnamenti di Gesù.

Cito alcune delle offese pesantissime rivolte a Domenico:

“Perché era sacerdote?”,

“Un prete non si sarebbe mai comportato come ha sempre fatto lui.”

“Non lo è mai stato (prete, ndr)”,

“Adesso gli tocca lavorare”

“Predicava bene razzolava male”.

Alcuni commenti relativi all’essersi intascato dei soldi, sono stati cancellati.

Mi è sorta una domanda: perché SEMPRE a Ferrara?

Ferrara non è un Città qualsiasi: è il posto in cui un ragazzo appena diciottenne, solo, incensurato, nella mattina del 25 settembre 2005 tornava a casa dopo una serata in discoteca a Bologna.

Federico Aldrovandi trovò sulla sua strada “4 schegge impazzite” che lo picchiarono a morte.

Anche allora si mise in moto un processo di colpevolizzazione della famiglia rea di non aver “vigilato” su un figlio “tossico” e di non controllare dove andasse di notte: Ferrara fu il laboratorio dell’odio on line.

Sempre Ferrara è stata la Città dove online si brindava per il suicidio di un giovane nigeriano alla stazione, dove un giovane marocchino è stato lasciato morire assiderato alla rotonda dell’uscita dall’autostrada, dove si è invitato e far stare i down a casa, meglio se in cucina piuttosto che a scuola, dove sulle pagine dei “Pinguini Estensi” sono state scritte cose terribili.

Perché?

Io ho provato a dare delle risposte, ma dai campioni intellettuali di cui sopra è sempre pervenuto un “prima pensa a Roma”.

Se Freud fosse qui, quel “prima Ferrara” o “prima gli italiani” o il “prima” ovunque predicato da anni forse a questo porta: Ferrara è la capitale del “prima”, cioè dell’io, dell’individualismo.

Mauro Corradini

Roma

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