di Anna Chiappini e Sara Conforti*
Se il buon giorno si vede dal mattino, la vigilia dell’inizio della nuova consiliatura ferrarese a giunta Fabbri si caratterizza per un gesto di squallore verbale, a spese dell’avvocato Anselmo e della senatrice Ilaria Cucchi, che svilisce in primis chi l’ha compiuto.
Dileggiare l’avversario quando si vince, in aggiunta con espressioni volgari, dimostra tutto il gusto della gratuita sopraffazione, che nulla ha a che fare con lo scherzo, e il vuoto morale e civile di chi lo compie. Esprimiamo la più viva solidarietà a Fabio Anselmo e apprezzamento per la sua risposta pacata e signorile, la cui ironia ci auguriamo sia stata colta dagli interlocutori.
Tuttavia, in quanto accaduto ci teniamo a sottolineare l’ulteriore gravità delle espressioni verbali affibbiate , in assenza, alla senatrice Ilaria Cucchi, definita con epiteti volgari e degradanti, attinti dal migliore repertorio di un machismo sessista e pecoreccio, lo stesso del trattamento riservato di recente dall’ex vicesindaco Lodi ad una giornalista di un quotidiano locale, nel pieno delle sue funzioni di lavoro: i protagonisti in tutti e due i casi sono figure apicali nell’amministrazione della città, che più dovrebbero avere a cuore il rispetto del loro ruolo istituzionale e, innanzi tutto, delle persone. Come donne, prima ancora che prossime consigliere comunali nel Gruppo Partito Democratico e colleghe delle donne di minoranza e maggioranza, ci uniamo in solidarietà allo sdegno di Ilaria Cucchi e a quello delle tante altre in suo appoggio, convinte che un confronto sereno e costruttivo negli organi decisionali cittadini possa essere garantito solo nel pieno rispetto dei diritti della persona e delle differenze di genere, a partire dal linguaggio usato e dagli atteggiamenti.
*consigliere comunali Partito Democratico
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