Cronaca
15 Giugno 2024
Il pm Maggioni ha chiesto in abbreviato 8 anni per Cesare Franchi e 5 anni per Edoardo Caselli. Richiesta di condanna a 4 anni e 6 mesi anche per Alessandro Barca che avrebbe fatto da intermediario tra le società di autotrasporto e i due funzionari

Motorizzazione. La Procura chiede tredici anni per gli ‘ingegneri burattinai’

di Davide Soattin | 2 min

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La Procura di Ferrara ha chiesto la condanna – in abbreviato – a 8 anni per Cesare Franchi, ingegnere della Motorizzazione Civile di Ferrara, a 5 anni per il collega Edoardo Caselli e a 4 anni e 6 mesi per Alessandro Barca, titolare della ‘All Service Srl‘ che avrebbe fatto da intermediario tra le società di autotrasporto e i due funzionari, tutti e tre finiti al centro dell’inchiesta relativa al presunto giro di mazzette all’interno dell’ente di via Canapa, scoperchiato dalla maxi-operazione Ghost Inspections, eseguita dalla Guardia di Finanza e Polizia Stradale.

Le richieste del pm Andrea Maggioni, titolare del fascicolo di indagine, sono arrivate ieri pomeriggio (14 giugno) dopo un’udienza preliminare di circa sette ore, in cui sono state discusse anche le posizioni delle altre trentacinque persone che avevano chiesto di essere giudicate con rito abbreviato: per due imputati è stato chiesto il non luogo a procedere, mentre per i restanti trentatré sono state chieste pene tra 3 anni e 8 mesi e 1 anno e 4 mesi.

Franchi e Caselli avrebbero preso mazzette per attestare false revisioni di mezzi pesanti e, secondo l’impianto accusatorio, sarebbero i ‘burattinai’ di un sistema che aveva le proprie basi a Ferrara, anche se tutto sarebbe nato nel pieno dell’emergenza Covid col controllo di un camion da parte della Polizia Stradale in provincia di Ravenna a cui era seguito, poco dopo, lo strano caso di un camionista che si era fermato per la nottata trovando, il mattino dopo, il mezzo “magicamente” revisionato.

Durante le indagini, trentacinque tra gli indagati poi, approfittando del beneficio dello sconto di pena per chi collabora nelle indagini su delitti contro la pubblica amministrazione, avevano preferito parlare e da lì era iniziata la reazione a catena che aveva portato a indagare oltre duecento persone in totale. Alcune erano semplici prestanome oppure erano all’oscuro di quanto compiuto da un intermediario e, dopo le opportune verifiche da parte degli inquirenti, erano stati scagionati.

Nel corso dell’inchiesta erano state sequestrate anche 358 carte di circolazione, molte restituite dopo l’esecuzione delle revisioni, mentre un centinaio erano entrate nel fascicolo del sostituto procuratore, e per 168 veicoli era stata effettuata una revisione straordinaria come accertamento tecnico irripetibile.

Si torna in aula il 4 ottobre, quando la palla passerà alle arringhe difensive.

 

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