Eventi e cultura
12 Giugno 2024
Il libro della scrittrice nata a Ferrara al centro di un'incontro alla libreria Libraccio giovedì 13 alle ore 18

Daria Bignardi presenta “Ogni prigione è un’isola” con Cucchi e Anselmo

(Foto di Archivio)
di Redazione | 2 min

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C’è una fiera dove si raccontano le paure. Paure che diventano fiaba, leggenda, memoria. È piccola, si osserva in silenzio, uno spettatore alla volta. Sono storie nate nelle campagne ferraresi, dai racconti sussurrati nei cortili e tramandati a voce. Arrivano da Ferrara, ma hanno incantato perfino la Corea del Sud. Ora ritornano a casa, nella loro città, per farsi ascoltare. Si tratta de “La piccola fiera della paura” di Officina Teatrale A_ctuar

Giovedì 13 giugno alle ore 18 presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino Libreria Libraccio di Ferrara, Daria Bignardi presenta “Ogni prigione è un’isola” (Mondadori). Dialogano con l’autrice Fabio Anselmo e Ilaria Cucchi.

Dalla quarta di copertina:
Il carcere è come la giungla amazzonica, come un paese in guerra, un’isola remota, un luogo estremo dove la sopravvivenza è la priorità e i sentimenti primari sono nitidi”: forse è per questo che, da narratrice attratta dai luoghi dove “l’uomo è illuminato a giorno”, Daria Bignardi trent’anni fa è entrata per la prima volta in un carcere. Da allora le prigioni non ha mai smesso di frequentarle: ha collaborato con il giornale di San Vittore, portato in tv le sue conversazioni coi carcerati, accompagnato sua figlia di tre mesi in parlatorio a conoscere il nonno recluso, è rimasta in contatto con molti detenuti ed è tuttora un “articolo 78”, autorizzata cioè a collaborare alle attività culturali che si svolgono in carcere. Ha incontrato ladri, rapinatori, spacciatori, mafiosi, terroristi e assassini, parlato con agenti di polizia penitenziaria, giudici, direttori di istituto. Per scrivere di quel mondo si è ritirata per mesi su un’isola piccolissima: Linosa. Ma il carcere l’ha inseguita anche lì. E gli incontri e la vita sull’isola sono entrati in dialogo profondo con le storie viste e ascoltate in carcere. Bignardi ci racconta il suo viaggio nell’isolamento e nelle prigioni, anche interiori, con la voce unica con cui da sempre riesce a trasportarci al centro delle esperienze, partendo da sé, mettendosi in gioco, così come ha fatto la mattina del 9 marzo 2020 in un video girato di fronte a San Vittore, mentre alcuni detenuti salivano sul tetto unendosi alle rivolte che stavano scoppiando in molte carceri italiane. In seguito a quegli eventi sarebbero morte tredici persone recluse.

“So come vanno le cose col carcere” scrive, “il carcere lo odiano tutti. Alcuni amano il carcere degli altri, per così dire”: parlarne è un gesto inevitabilmente politico, perché rivolgendo lo sguardo al carcere lo si rivolge al cuore della società, ma questo è anche e prima di tutto un libro personale, in cui ogni cosa – ritratti, riflessioni, cronaca, ricordi – è cucita assieme dalla scrittura limpida e coinvolgente di Daria Bignardi.

Daria Bignardi, nata a Ferrara, da molti anni vive a Milano. Ha pubblicato per Mondadori i romanzi Non vi lascerò orfani (premio Rapallo, premio Elsa Morante, premio Città di Padova), Un karma pesanteL’acustica perfettaL’amore che ti meriti,  Santa degli impossibiliStoria della mia ansia e Oggi faccio azzurro, e per Einaudi  Libri che mi hanno rovinato la vita, tutti grandi successi editoriali tradotti in molte lingue.

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