“Grazie. Grazie a tutti”. Si conclude con strette di mano e un abbraccio collettivo la campagna elettorale di Fabio Anselmo, acclamato in piazza Trento Trieste dalle stesse persone che lo avevano accolto all’Apollo tre mesi prima, quando tutto ha avuto inizio.
L’avvocato arriva con Ilaria Cucchi, lo accolgo i partiti della coalizione, i simpatizzanti e i candidati delle liste. Poco distante c’è anche l’ex sindaco Tiziano Tagliani e al margine della folla, un po’ defilato, Lino Aldrovandi, il padre di Federico. In un migliaio lo applaudono e ascoltano un’ora di discorso a braccio nel quale prova, per l’ultima volta, ad interloquire con Alan Fabbri, non più “ologramma” ma “cartonato”. Tocca tutti i temi che lo hanno contraddistinto, stravolge la scaletta che aveva preparato e si domanda: “Quando ho offeso Alan Fabbri? Io l’ho criticato su alcuni temi specifici, portando dei fatti, e non sono mai stato smentito”.
Afferma di non essere stato smentito sulla questione Hera così come sui concerti. “Se non sono veri i dati che ho reso pubblici – dice rivolgendosi ancora a Fabbri -, beh dimmelo, non scappare. Non cercare l’interlocutore che ti piace di più”. Ma “la cosa più assurda – dice – è che è lui che mi ha insultato usando una metafora nazista per attaccarmi”. “Capendo che non vincerà le elezioni lunedì prossimo – aveva detto Fabbri – dà gli ultimi colpi di coda, un po’ come essere Hitler nel bunker a Berlino”.
Torna poi ai temi: frazioni, economia, energia, sanità, sicurezza, ambiente tutti accomunati sotto il grande cappello dei diritti sociali e umani. “La mia visione – aggiunge – è che la prima pietra è il rispetto dei diritti umani e sociali” e da questo “non si può prescindere”, perché “ciò che fa disinnamorare della politica è la propaganda che stigmatizza gli ultimi mentre una parte della società sta sempre meglio e l’altra, sempre più numerosa, sempre peggio e soffre sempre di più”.
Per Anselmo servono i migranti “ma non come schiavi” in una città che “invecchia sempre di più e i cui giovani vanno a cercare fortuna altrove”. Servono alle imprese così come alla società che non “deve rimanere indifferente”, deve accoglierli e “non lasciarli in strada” perché “di indifferenza si uccide”. E così il Comune, “invece di invocare il rischio di invasione”, dovrebbe “fare il suo ruolo” creando integrazione e togliendo così “quelle persone dalla strada”.
“Posso parlare di università, di economia, di polo chimico, di agricoltura ma se invecchiamo e siamo destinati a un’implosione cosa ve ne fate dei miei discorsi?” anche perché nonostante un’importante Università i giovani vengono, si laureano e se ne vanno: “siamo l’unica città in regione che continua a invecchiare e la popolazione a calare”.
Allo stesso tempo Anselmo sostiene anche che le responsabilità vanno “addebitate a un percorso politico lungo” non solo a chi ha amministrato negli ultimi 5 anni. Il problema è che, nell’ottica dell’avvocato, in quest’ultima consiliatura non si sono visti scarti importanti. “Nelle frazioni – dice – c’è chi mi ha detto grazie di averci ascoltati e anche lì serve fare di più, servono sportelli bancari e ridurne l’isolamento con mezzi di trasporto pubblici e migliori collegamenti”.
Passando al polo chimico non accetta “la propaganda per il progetto di efficientamento” con la presenza del ministro Urso perché sebbene sia “bello che le aziende possano investire” non si può nascondere che “debbano farlo per aria perché i terreni appartengono a Eni Rewind che non ha firmato l’accordo”. E ancora: “Perché il tecnopolo di Bologna non guarda anche a noi visto che abbiamo contribuito?”
Insomma per Anselmo la città ha avuto “cinque anni tremendi” con una giunta che “ha avuto la fortuna di avere il Pnrr” ma lo ha usato male considerando che “siamo novantottesimi su 107 nella scala di utilizzo, mentre Ravenna ne ha già spesi la metà rivoluzionando la città”. Effettivamente, fa notare, “Fabbri nel programma dice che la sua visione è quella del Pug (Piano Urbanistico Generale, ndr), peccato che non sia stato approvato”.
Non dimentica poi l’accordo con Hera, e di questo ringrazia in particolare Massimo Buriani, e gli “extraprofitti” con “Ferrara che ha pagato le bollette più alte di tutta l’Emilia Romagna nonostante abbia la geotermia”, una fonte che garantisce energia per il 50% delle necessità del teleriscaldamento. I prezzi non sarebbero quindi dovuti schizzare tanto con “Hera che non se ne può approfittare e il comune essere complice” ma, aggiunge riferendosi al sindaco, “perché anche su questo non mi hai risposto?”
Per ultima lascia la sicurezza, “una cosa seria”, mentre oggi “abbiamo gli stessi livelli del 2019” con un assessore alla sicurezza che travalicherebbe i suoi compiti perché “una cosa è occuparsi del degrado, un’altra della prevenzione che spetta alle forze di polizia”. Queste “non se ne fanno nulla della solidarietà per i fatti di Pisa che anzi li infama” mentre hanno bisogno di risorse oltre che di “soldi in busta paga”.
Infine ancora Nicola Lodi che avrebbe dato al Pd dei “forcaioli”. Anselmo però si domanda cosa sia lui facendo ascoltare un audio che arriva dal fascicolo processuale sui Pinguini Estensi che l’avvocato non esita a definire “fascisti” per “gli insulti a me, Ilaria e anche a Liliana Segre”. Nell’audio si sente Lodi dire che “da quando abbiamo messo il presidente nuovo in fiera a breve ci casca dentro Modonesi con i piedi e tu non immagini, ma con i documenti alla mano, Tagliani fino al collo, anzi fino a sopra la testa”. Anselmo si domanda a che titolo Lodi abbia “visto atti di un’indagine che non doveva vedere?” mentre domanda “dov’è il tuo garantismo?”
Anselmo, riferendosi a un’inchiesta di Estense.com, avrebbe voluto confrontarsi faccia a faccia con “la persona che ha profetizzato la fine della Resistenza per dare una sede ai Pinguini che ne avevano bisogno”.
Naomo e i legami con gruppo neofascista: creare una associazione per avere i fondi dal Comune di Ferrara