Scorrendo i nomi dei candidati alle prossime elezioni comunali ho notato tre assenze che mi hanno arrecato dispiacere: Peruffo, Mosso e Mantovani. Tre ex.consiglieri che hanno sempre dimostrato indipendenza e autonomia di giudizio e, forse proprio per questo, non sono stati ricandidati a Ferrara.
Paola Peruffo, ora “esiliata” a Copparo, ha dato un prezioso contributo nella precedente consiliatura, specie su temi legati ai diritti civili e alla difesa delle donne.
Alcide Mosso, il “gianburrasca” del consiglio comunale, ha avuto se non altro il merito di scaldare gli animi costringendo tutti a riflettere, magari con linguaggio non “politicamente corretto”, su temi di rilevante importanza etica, storica e politica. E dopo la candidatura di Vannacci, fa ridere in casa Lega il pretesto della sua presenza a Predappio.
Forse dava ombra, con la visibilità acquisita, al “Re Sole” della Lega, che ha riempito la città di manifesti nei quali risaltava il suo volto lunare. Vedremo se riempirà anche le urne, dopo essersi “liberato” di personaggi che sicuramente avrebbero portato in dote un buon pacchetto di voti.
Ma l’assenza per me più dolorosa è quella di Tommaso Mantovani, esponente di un movimento (ora grigiamente e piattamente inserito nel calderone del centro-sinistra) che aveva archiviato le novecentesche distinzioni fra “destra” e “sinistra”.
Un galantuomo senza pregiudizi, capace di dire a tutti (maggioranza e opposizione) ciò che pensava, dimostrando una non comune terzietà e un’onestà intellettuale che ormai è divenuta merce rara.
Speriamo che nel prossimo consiglio comunale vi siano degni sostituti dei tre ex consiglieri. Ma leggendo i nomi presenti nelle liste vedo vecchi personaggi o gente di terza o quarta fila che finora non hanno dimostrato qualità degne di nota.
Purtroppo l’esclusione di Mosso, Peruffo e Mantovani conferma la mia opinione circa la selezione dei candidati : spesso, purtroppo, vengono scelti non i più capaci ma i più devoti. Quelli, cioè, che si allineano senza problemi agli ordini di scuderia.
Concludo, tristemente, con una citazione di Leo Longanesi : “Abbiamo bisogno, più che di libertà, di uomini liberi”. Perchè solo le donne e gli uomini liberi, non asserviti agli interessi di partito o ai “diktat” delle segreterie politiche, traducono nel concreto l’astratto concetto di libertà.
Paola Ferrari