Cronaca
7 Giugno 2024
Un 49enne ferrarese è stato condannato per pornografia minorile e corruzione di minorenne. Una volta espiata la pena, dovrà rispettare la misura di sicurezza del divieto di avvicinamento e di lavoro nei luoghi frequentati da minorenni per un anno

Sfidò una minorenne a inviare foto intime. Oltre quattro anni di pena e multa

di Davide Soattin | 2 min

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Quattro anni e tre mesi. È la pena che il collegio del tribunale di Ferrara ha inflitto a un 49enne ferrarese per pornografia minorile e corruzione di minorenne, dopo che tra febbraio e novembre 2018 – secondo la Procura – avrebbe ‘sedotto’ una ragazzina all’epoca dei fatti 14enne, compagna di scuola di sua figlia, prima inviandole foto dei suoi genitali e poi inducendola a fare altrettanto, attraverso lusinghe e regali – come ricariche telefoniche – per provare a ottenere in cambio la sua fiducia.

La sentenza è arrivata ieri (giovedì 5 giugno) e prevede anche la condanna a 18.000 euro di multa e la misura di sicurezza del divieto di avvicinamento e di lavoro nei luoghi frequentati da minorenni per un anno, da rispettare una volta espiati gli oltre quattro anni inflitti dai giudici.

Secondo quanto contestato dal pm Marco Imperato, che aveva chiesto tre anni, tutto sarebbe partito da alcuni messaggi su Instagram che l’uomo, fingendosi un’altra persona, avrebbe iniziato a inviare alla presunta vittima con l’obiettivo di entrarci in confidenza e di sfidarla a scrivere ad un adulto, suggerendole di mettersi in contatto con il proprio profilo reale. Una volta in contatto, la conversazione si sarebbe poi spostata su WhatsApp, dove l’imputato avrebbe continuato uno scambio molto più spinto e con richieste di vario tipo, disturbando e importunando la giovane anche con telefonate notturne, fino a quando l’avrebbe addirittura invitata a casa sua per avere un rapporto sessuale, che per sua fortuna non avvenne.

Provvidenziale fu infatti l’intervento di un’amica, che riuscì a dissuadere e indurre la presunta vittima a raccontare tutto ai genitori.

“Solo a pensare che un uomo possa contattare una ragazzina di 14 anni mi viene la pelle d’oca. È qualcosa che come genitore proprio non capisco” aveva commentato l’imputato nelle precedenti udienze, negando categoricamente di aver avuto contatti in privato e di aver scambiato messaggi con l’adolescente, dicendo inoltre di “non aver nemmeno mai scambiato foto intime con nessuno” e di “non riuscire a spiegare” quelle telefonate notturne che – stando ai tabulati telefonici – avrebbe fatto al cellulare della giovane.

Non ho nemmeno mai fatto ricariche telefoniche” aveva aggiunto l’accusato, riferendo di “non avere una spiegazione, né una idea del motivo” per cui si trovava “coinvolto in questa storia“.

Le motivazioni della sentenza sono attese entro 90 giorni.

 

 

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