Attualità
5 Giugno 2024
In sala Arengo la restituzione di uno studio commissionato da Fiab Ferrara a Unife, Corso di Antropologia della Comunicazione

“Il bello della biga”, ricerca antropologica

di Redazione | 2 min

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Lunedì 3 giugno, in occasione della Giornata Mondiale della Bicicletta, si è tenuto in Sala Arengo, residenza municipale, la restituzione di una ricerca antropologica commissionata da Fiab Ferrara a Unife, Corso di Antropologia della Comunicazione.

Ferrara è ancora la città delle biciclette? E che apporto dà al commercio di vicinato e al mercato locale e a quello contadino? Domande non banali e di non semplice soluzione. “Il bello della biga” è l’accattivante titolo che gli studenti Alessandro Zanirati, Alice Brunelli, Almudena Ponce Hernandez, Anastasia Sceusa, Ariana Vaquero Lourenço hanno dato al lavoro di ricerca, che vuole analizzare l’utilizzo quotidiano della bicicletta, “la biga” in dialetto ferrarese, soprattutto per quanto riguarda la spesa e il rapporto con il commercio: negozi di vicinato, mercati rionali, mercato del venerdì in centro storico e mercato contadino.

Quello che ne esce è una lettura che sicuramente vede ancora Ferrara città vocata alla bici, per abitudine centenaria, per conformazione pianeggiante del territorio e allo stesso tempo dalle interviste degli studenti arriva chiaro il messaggio che disegna negli anni un cambiamento della città, delle sue abitudini, a partire dall’uso esagerato delle auto private, Ferrara “ospita” 681 auto ogni 1000 abitanti e quindi una mancanza di sicurezza che porta a usare, forse, meno la bici e porta, sicuramente, a limitarne l’uso ai più piccoli se non accompagnati.

Ciò che era normale fino a alcuni anni fa come l’andare a scuola in bici, oggi è diventato precluso per molti ragazzi e ragazze, perché la strada è pericolosa. Interessante anche il raffronto tra Ferrara e tre città spagnole: Valencia, Barcellona, Granada, elaborato da due studentesse spagnole a Ferrara in Erasmus.

Le conclusioni della ricerca indicano come sia necessario lavorare su politiche che mettano al centro la persona e che si pongano come obiettivo principale garantire la salute di quest’ultima, per una concezione più ampia di città.

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