di Silvia Gangitano
Sono Francesco Costa con “Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano” (Mondadori), Luca Fregona con “Laggiù dove si muore. Il Vietnam dei giovani italiani con la Legione straniera” (Athesia-Tappeiner), Nello Scavo con “Le mani sulla guardia costiera” (Chiarelettere) e Barbara Stefanelli con “Love harder” (Solferino), i finalisti del Premio Estense con il vincitore che verrà annunciato il 28 settembre prossimo.
La scelta arriva tra 72 candidati, “un record”, con al giuria tecnica chiamata a esprimersi cui concorrenti per l’Aquila d’Oro 2024 dopo essersi riunita nel Salone d’Onore del museo di Casa Romei sotto la presidenza di Alberto Faustini e composta da Giorgia Cardinaletti, Luigi Contu, Paolo Garimberti, Jas Gawronski, Cristiano Meoni, Agnese Pini, Venanzio Postiglione, Alessandra Sardoni, Fabio Tamburini e Luciano Tancredi. Il nome del vincitore del 40° “Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione” sarà invece annunciato domani.
“Sono stati premiati il giornalismo d’inchiesta e il giornalismo che come si diceva una volta consuma le suole per andare a vedere, a scoprire, a capire per poter poi raccontare – spiega Alberto Faustini, presidente della giuria tecnica – ed è stata premiata inoltre la profondità delle storie che raramente si leggono sui giornali: Francesco Costa ci regala un’altra America, Luca Fregona ci racconta un altro Vietnam, Barbara Stefanelli riesce a raccontarci l’Iran sconosciuto visto attraverso gli occhi delle donne e Nello Scavo ci descrive il mondo con il suo sguardo originale da qualsiasi fronte di guerra e non solo”.
Gian Luigi Zaina, Presidente di Confindustria Emilia, ha dichiarato: “Il Premio Estense celebra il 60esimo anniversario, un appuntamento importante che riflette la capacità di Confindustria Emilia e della Fondazione di recepire l’innovazione nel solco della tradizione consolidata. In occasione di questa edizione speciale, per la prima volta la giuria tecnica, subito dopo la discussione che ha decretato la quartina finalista, ha incontrato la giuria popolare che rappresenta l’elemento distintivo del Premio per condividere le motivazioni alla base della selezione”.
Monica Liverani, direttrice di Azimut, ha espresso il suo sostegno: “È un piacere sostenere il Premio Estense per il secondo anno perché rappresenta l’eccellenza del giornalismo italiano. Sosteniamo con tanto orgoglio questo premio soprattutto perché questi 72 libri ci aiutano a riflettere sulle nostre radici, il nostro presente e il nostro futuro. Faccio i miei complimenti ai 4 finalisti”.
Fabio Tamburini, giurato de Il Sole 24 Ore, ha sottolineato la qualità dei candidati: “Sono stati veramente tanti i libri che mi sono sembrati interessanti, ma sono stato un grande ammiratore di Domenico Quirico per il suo libro “Kalashnikov”, perché ha scritto pagine di storie di cui in cui è stato protagonista e ha raccontato pezzi di geopolitica. Un altro libro molto interessante per me è quello di Ezio Mauro che con il suo libro “La caduta. Cronache della fine del fascismo”, ci aiuta a non perdere la memoria in un periodo di superficialità come il nostro”.
La giurata Alessandra Sardoni ha aggiunto: “Quest’anno era veramente difficile, perché c’erano tanti temi e tanti libri di qualità elevata, soprattutto di persone che stimo. Ho deciso di premiare libri che trattano temi come l’Iran e l’Afghanistan e chi ha fatto il lavoro di inviato in condizioni difficili. Questo premio è anche un modo per capire come cambia il racconto giornalistico, infatti, quest’anno molti scrivono in prima persona, cosa che anni fa era impensabile”.
Cristiano Meoni, Direttore de La Nuova Ferrara, ha elogiato la varietà dei temi: “Il Premio Estense offre uno sguardo nel mondo, parlando di Turchia, Asia e Mediterraneo. Volevo segnalare il lavoro di Gabriele del Grande che ha fatto un lavoro enciclopedico sulla storia dell’immigrazione clandestina”.
Luciano Tancredi ha concluso: “Leggere 72 libri è stata un’impresa, soprattutto perché il livello di quest’anno è molto alto. Il libro che mi ha particolarmente colpito è quello di Roberta Stefanelli, che tratta argomenti lontani ma rilevanti, parlando di storie di donne che potrebbero essere le nostre figlie”.
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