ll 24 maggio, nella sala conferenze della CGIL, è stata ricordata Rossana Rossanda, intellettuale di vaglia che non aveva alcun timore di esprimere il proprio pensiero “opportune et importune”, fino al punto di farsi radiare dal PCI insieme a Lucio Magri (ferrarese di nascita, anche se nessuno lo ricorda), Aldo Natoli e Luigi Pintor nel 1969.
Mi permetto, al riguardo, di ricordare quanto la Rossanda (già responsabile culturale e parlamentare del PCI) scrisse sul “Manifesto” del 28 marzo 1978 : “In verità, chiunque sia stato comunista negli anni cinquanta riconosce di colpo il nuovo linguaggio delle Br. Sembra di sfogliare l’album di famiglia”.
Sarà vero che nessun dirigente del PCI definì i brigatisti “compagni che sbagliano”, ma la frase di Rossana Rossanda è pur sempre illuminante per comprendere le radici culturali e politiche di quelle che a lungo furono ipocritamente definite “le sedicenti Brigate Rosse”.
Mauro Marchetti