di Elena Coatti
“Farne un caso mediatico ha funzionato. Continueremo a fare casino”. Così la senatrice Ilaria Cucchi all’incontro pubblico “Per Ilaria Salis” con Eugenio Losco, l’avvocato della detenuta italiana nel carcere ungherese. Nonostante l’attivista milanese si trovi attualmente ai domiciliari in Ungheria, Cucchi ribadisce che Ilaria non può dirsi ancora libera. Anzi, la preoccupazione è tanta dopo che il giudice ha rivelato l’indirizzo del suo domicilio e le persone offese non aspettano altro che farsi giustizia da sole.
Come ricorda l’avvocato Losco, Salis è stata fermata l’11 febbraio del 2023 e accusata di diverse aggressioni, alcune delle quali addirittura in un periodo in cui lei si trovava ancora a Milano. Su di lei ora pendono le accuse di due aggressioni verso tre persone, che sarebbero avvenute il 10 febbraio dello scorso anno. “Solo ieri una di queste persone ha deciso di chiedere un risarcimento per quello che è accaduto – spiega il legale -. Questa richiesta però doveva essere fatta nel corso della prima udienza, ma è stata ammessa lo stesso”. È solo una delle tante anomalie di questo processo, che Losco ci tiene a sottolineare che è “non accusatorio, come avviene in Italia, ma inquisitorio”, per cui è il giudice stesso a sostenere l’accusa.
“Ilaria è stata privata di ogni diritto – afferma Cucchi – e solo con l’uscita sui media di quelle drammatiche immagini di lei con le catene ai piedi il ministro Tajani ha commentato la notizia. Dopo più di un anno dall’arresto di Ilaria”. Per questo la senatrice dichiara che, come partito, sono stati “costretti” a candidarla alle europee, di fronte all’inerzia del governo italiano e all’indifferenza dei connazionali. “Votare Ilaria Salis è un segnale importante”, continua Cucchi. Losco spiega che qualora Salis sarà eletta, godrà dell’immunità parlamentare e i procedimenti penali a suo carico verranno sospesi, in modo che potrà partecipare alle sedute in Parlamento europeo.
Ma, prima di tutto, è di fondamentale importanza garantire la sua sicurezza trasferendola in Italia. “È dall’inizio del processo – racconta Losco – che richiediamo il trasferimento di Ilaria Salis nel suo Paese di residenza. È un suo diritto in quanto cittadina europea ed è previsto dalla legge che lei possa partecipare al processo anche a distanza”. L’avvocato afferma anche che Ilaria Salis non vuole sottrarsi alla giustizia, nonostante si sia sempre dichiarata estranea alle accuse, ma chiede che questo processo avvenga in modo equo e nel rispetto dei diritti umani. “Non si candida per se stessa – aggiunge Losco -, e nemmeno vuole apparire come una santa, ma vuole porre all’attenzione dell’Europa la questione della violazione dello stato di diritto dei detenuti in Ungheria e delle condizioni drammatiche delle carceri italiane”.
Per i reati che avrebbe commesso di lesioni lievi, a Ilaria Salis, in Italia, spetterebbero al massimo due anni. In Ungheria ne rischia fino a ventiquattro. E ricordiamo il motivo che l’ha portata a Budapest quel 10 febbraio. Il cosiddetto “Giorno dell’onore”, un raduno di nazifascisti durante il quale i partecipanti, come da copione, aggrediscono violentemente cittadini o chiunque vi si opponga. Ilaria partecipò alla manifestazione contro questa marcia di estrema destra ed è “fiera del motivo che l’ha portata a Budapest – conclude Cucchi – a ribellarsi a quell’orribile corteo che si tiene ogni anno, e noi siamo fieri con lei”.
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