Lettere al Direttore
24 Maggio 2024

Cosa non si deve scrivere quando si parla di violenza di genere

di Redazione | 4 min

Gentile Redazione,

Sentiamo la necessità di condividere alcune importanti e urgenti considerazioni in merito all’articolo pubblicato dal vostro giornale dal titolo “picchia una ragazza minorenne, caos in centro storico”.

Il fatto narrato -certamente da verificare nei suoi dettagli nelle sedi opportune – è di per sé molto grave: un giovane uomo picchia una giovane donna. Come tale, andrebbe affrontato secondo le regole che il giornalismo si è dato per parlare di violenza sulle donne (perché di questo si tratta, non di un banale episodio di schiamazzi e alterchi da movida), nella consapevolezza che il modo in cui si raccontano le storie e la cronaca influenza – come ogni narrazione – la costruzione che ciascuno e ciascuna fa del reale, delle relazioni, dei rapporti sociali e anche sentimentali.

L’episodio narrato avrebbe meritato ben altra attenzione nella scelta di che cosa raccontare e come raccontarlo: del fatto che un ragazzo abbia colpito con un pugno una ragazza nello svolgimento dell’articolo non resta nulla. Si parte con l’attribuzione delle intenzioni dell’aggressore, i soliti “motivi di gelosia”, da lui riportati, naturalmente “in lacrime”.

Ancora non si è capito che la trasformazione in vittima dei sentimenti e delle emozioni di un uomo che picchia una donna è una operazione volta a giustificare l’atto violento? Ancora non si è capito che non ha alcun rilievo né interesse il fatto che poi l’uomo scoppi a piangere – in questo caso prevedibilmente per la paura di essere denunciato -?

E qualche riga dopo comincia la colpevolizzazione della vittima. Si racconta che entrambi erano in stato di ebbrezza (cosa che in nessun modo alleggerisce la posizione di chi usa violenza). Dopo aver appreso che la ragazza addirittura viene inseguita e raggiunta dal ragazzo, diventa la “rivale” della coetanea rimasta a terra, perché un po’ di guerra tra donne aggiunge pepe al racconto. Poi il resoconto di come la ragazza reagisce all’arrivo delle forze dell’ordine e a seguire sappiamo che viene presa in carico dal personale medico per lo stato di ebbrezza, evidentemente non per valutare eventuali lesioni dovute al pugno preso o all’inseguimento.

L’articolo si chiude con l’iter della questura e della procura nei confronti della giovane e nulla viene detto delle sue condizioni dopo aver preso un pugno nè a quel punto che fine avesse fatto l’aggressore.

Un articolo che ambisce al neutrale distacco del racconto dei fatti finisce per essere il manifesto di cosa non si deve scrivere quando si parla di violenza di genere.

Se la violenza di genere è anche frutto di un handicap culturale, la comunicazione ha un ruolo fondamentale nello sradicare stereotipi che portano chi legge e ascolta a formarsi una opinione distorta e pregiudiziale – in questo caso nei confronti di una giovane donna che ha preso un pugno da un uomo-.

I media, così come le istituzioni, la scuola e le famiglie hanno una enorme responsabilità nella lotta contro la violenza maschile sulle donne, ed è ora che si sentano pienamente coinvolti nell’affrontarla e combatterla.

La Conferenza delle Donne democratiche di Ferrara


Gentile Conferenza delle Donne democratiche di Ferrara,

l’oggetto della vostra riprovazione è un articolo di cronaca, costruito sulle testimonianze dirette e indirette, oltre che dalle informazioni avute ufficiosamente dalle forze dell’ordine.

È necessario far sapere che entrambi i ragazzi erano in stato di ebbrezza, altrimenti il lettore non capirebbe perché la minore viene sanzionata per lo stato psicofisico dovuto all’assunzione di alcol.

Lo stesso vale per la reazione all’arrivo delle forze dell’ordine. Scrivere che viene segnalata per resistenza a pubblico ufficiale senza spiegarne il motivo non avrebbe dimora nella realtà.

La “guerra tra donne che aggiunge pepe al racconto” è irridente da parte del mittente. Le immagini inviate mostrano due donne a terra. Le testimonianze dicono che l’uomo ne ha aggredita solo una. Non possiamo inventarci i fatti, pena una – questa volta giusta – querela.

La ragazza – secondo quanto appreso – è stata portata in ospedale unicamente per valutare le condizioni psicofisiche da abuso di alcol. Le lesioni, fortunatamente, non erano gravi, altrimenti la Polizia avrebbe proceduto con la denuncia d’ufficio. Sarà la vittima a valutare se agire in sede legale.

Fatta questa doverosa premessa, ci impegneremo maggiormente nel tentativo di sradicare stereotipi che possano portare a giustificare la violenza di genere. Verità dei fatti permettendo.

mz

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