Attualità
24 Maggio 2024
La denuncia arriva da Francesco Campobasso, segretario regionale del Sappe: "Situazione problematica da diversi anni, diventata sempre più insostenibile con evidente pregiudizio per il mantenimento della sicurezza in carcere"

Polizia penitenziaria, crisi d’organico senza fine all’Arginone

di Redazione | 3 min

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“La casa circondariale di Ferrara vive un momento di altissima tensione riscontrando una gravissima carenza di organico che non trova precedenti”. La denuncia arriva da Francesco Campobasso, segretario regionale del Sappe, il sindacato autonoma di polizia penitenziaria, che mette in guardia su una “situazione problematica da diversi anni, diventata sempre più insostenibile con evidente pregiudizio per il mantenimento della sicurezza al carcere di via Arginone”.

“Una mancanza fisica del personale di polizia e di altri operatori, che può portare seriamente – prosegue Campobasso – a correre il rischio di paralisi e di assoluta criticità per il raggiungimento degli obiettivi Istituzionali. Di fatto la carenza di personale, non permette di garantire giornalmente la copertura dei presidi minimi di sicurezza dell’istituto. Viene pregiudicata la stessa integrità dei poliziotti con la totale compressione dei diritti costituzionalmente garantiti quali il riposo settimanale e le ferie. Con altrettanta doglianza, si è, purtroppo, constatata l’assenza di riscontri e provvedimenti utili da parte dell’amministrazione in grado di venire incontro alle esigenze della struttura ferrarese“.

Il segretario regionale del Sappe aggiunge: “I dati in nostro possesso fanno riflettere l’attualità emergenziale, rendendosi necessario rappresentare ulteriormente la delicatezza del momento in cui versa la struttura della casa circondariale di Ferrara e dell’improcrastinabile urgenza di predisporre un piano di lavoro che rimetta in sesto il dovuto incremento della pianta organica assegnata al reparto. L’organizzazione dello stabilimento penitenziario ferrarese, ha risentito in maniera drastica di un ridimensionamento dell’organico per questioni legate alla mobilità nazionale che ha determinato un forte ridimensionamento dell’organico effettivo, in un contesto in perenne difficoltà ed i cui dati testimoniano in maniera inconfondibile la criticità dell’attuale momento storico”.

Nello specifico, evidenzia il sindacalista, “l’attuale pianta organica, in riferimento a quanto previsto con il P.C.D. del 2017, è pari a 212 unità di personale con la seguente ripartizione: quello amministrato risulta di 184 unità per tutti i ruoli, di cui 20 distaccati presso altre sedi di servizio e a vario titolo, ragion per cui la forza presente si assesta in complessive 164 unità. Di cui allo stesso tempo 29 unità appartenenti al ruolo dei sottufficiali fanno da contraltare alle 135 unità nella qualifica degli agenti/assistenti (tra cui vi rientra un appartenente alle fiamme azzurre che non presta servizio operativo). Ad oggi la forza impiegabile diventa pari a 124 unità“.

“L’emergenza – fa notare – è frutto soprattutto di politiche sbagliate, frutto di scelte che si sono rivelate fallimentari e pericolose. Ma in tutto ciò è come se i vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non si rendessero conto della reale situazione. In tutto questo l’amministrazione penitenziaria decide di tagliare anche lo straordinario, rendendo ancor più difficile i servizi Istituzionali. E in questo la sicurezza viene evirata e ridotta in maniera consistente“.

Campobasso conclude: “Riteniamo che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria debba urgentemente affrontare la problematica della sicurezza degli operatori, che passa anche attraverso l’aumento degli organici sia di polizia penitenziaria che del personale civile operante affinché si possano finalmente attuare condizioni lavorative dignitose“.

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