– “Quali testate sono presenti?”
– “Ci sono tutte”.
– “Chi c’è di Estense.com?”.
– “Lei”.
A quella risposta il sindaco di Ferrara Alan Fabbri segue con gli occhi l’indice del suo ufficio stampa. Lancia uno sguardo di disprezzo e si rivolge nuovamente alla sua collaboratrice: “Perché li avete invitati?”. Gelo tra i presenti.
È così che ieri mattina è iniziato l’impegno istituzionale della prima carica della città, arrivata in corso Giovecca per una visita alla nuova Casa di Comunità Cittadella San Rocco.
Questo il primo pensiero di Alan Fabbri. Questa la sua reazione democratica alla presenza di una nostra giornalista.
Alan Fabbri non si è interessato di sapere chi fosse l’oggetto del suo disprezzo.
Glielo diciamo noi. È una studentessa di 24 anni alla seconda laurea in materie umanistiche. Quando chiude i libri scrive per Estense.com, per una testata sportiva e fa ripetizioni agli alunni delle superiori. Le ultime estati le ha passate lavorando come animatrice nei centri estivi e come babysitter per mantenersi agli studi.
Non facciamo il nome. La diretta interessata ci ha pregato di rimanere anonima in questo frangente. Si sente umiliata.
Sentimento che a volte affligge chi si trova in un posto per fare il proprio lavoro e qualcuno, specie se ammantato di carica importante, non le rende così agevole svolgerlo.
D’altronde è l’effetto dell’arroganza del potere. Sottomettere. E l’effetto il sindaco l’ha ottenuto.
Questa è l’atavica storia di chi si sente qualcuno e si permette di trattare chi non può difendersi come persona inferiore.
Una “piccola storia ignobile” per citare quel Guccini che Fabbri dice di amare ma che pare non capire.
Ma il sindaco si dimostra impermeabile non solo al messaggio del maestro di Pavana. In più occasioni lo si sente citare le proprie origini contadine e il nonno partigiano “che ha accompagnato la mia infanzia con i racconti della guerra e dei martiri e dei valori che mi ha trasmesso”.
Evidentemente di quanto dovevano trasmettergli origini contadine e nonno partigiano non ha assimilato nulla.
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