Gentile Direttore,
apprendo dalla stampa che sarebbe stato individuato il responsabile del danneggiamento di almeno alcuni dei tanti impianti autovelox avvenuti negli scorsi mesi.
Premesso che non posso condividere l’operato di chi ha agito contro beni di pubblica proprietà. Né posso fare apologia per tali comportamenti, aventi rilievo penale.
Pur tuttavia mi sento di osservare che i circa ottomila Comuni italiani, nel corso del tempo, hanno avuto la costanza di installare sulle nostre strade un numero di autovelox superiore al totale di quelli installati in Germania, Francia e Belgio messi insieme. C’è qualche cosa che non torna.
O gli automobilisti italiani sono ritenuti talmente indisciplinati per cui occorre ricorrere ad un numero abnorme di apparecchiature di controllo;oppure si ritiene corretto gravare gli utenti della strada con ulteriori balzelli, magari per rimpinguare le casse dei Comuni.
Non sta a me valutare la gravità delle cose: ma una cosa è certa.
Il notevole numero di apparecchiature autovelox installate in Italia comporta un giro economico molto interessante: i costruttori di questi apparecchi, guadagnano dalla vendita dei singoli apparecchi; le case di software per l’accertamento e la notifica dei verbali, con tutti gli operatori che vi partecipano, hanno entrate di denaro. Gli stessi funzionari comunali che propongono l’installazione di tali apparecchiature di solito beneficiano di pingui emolumenti e benefici extra; le stesse Prefetture sono coinvolte per certificare l’incidentalità statistica puntuale; le case di omologazione degli apparecchi, guadagnano da ogni singola verifica annuale, quando viene fatta.
Ma il grosso delle entrate, va certamente ai Comuni beneficiari delle sanzioni che, in teoria, dovrebbero utilizzare per il cinquanta per cento per la manutenzione e miglioramento delle nostre strade. Forse mi sfugge qualche cosa: ma si ha l’impressione che il nostro sistema viario non sia poi così tanto ben manutenuto.
E allora, mi si dirà: ha ragione fleximan?
A mio avviso, certamente non può aver ragione chi abbatte dei pali sui quali sono installati gli autovelox; però c’è un grosso alone di indeterminatezza, protetto dal cavillo giuridico di fare sicurezza stradale, mentre apparirebbe ben più interessante il giro economico che si è creato attorno a queste apparecchiature. L’abnorme numero di autovelox presenti sulle nostre strade, sembrerebbe poter motivare in qualche modo tale business, più che curare la sicurezza stradale, che è, comunque, cosa molto importante.
Ringrazio per la gentile attenzione e colgo l’occasione per inviare cordiali saluti.
Lucio Maccapani