Naomo Lodi indagato per peculato. Già chiuse le indagini
Nicola Lodi, detto Naomo, dopo la condanna in primo grado a 2 anni e 10 mesi per induzione indebita, rischia di affrontare un ennesimo processo penale. Questa volta l'accusa è di peculato
Nicola Lodi, detto Naomo, dopo la condanna in primo grado a 2 anni e 10 mesi per induzione indebita, rischia di affrontare un ennesimo processo penale. Questa volta l'accusa è di peculato
In una situazione umanitaria per cui a livello globale sono 120 milioni le persone costrette alla fuga (dall’ultimo report dell’Agenzia Onu per i rifugiati), l’8 novembre a Ferrara si è ripartiti dalla realtà locale per tratteggiare un quadro delle tutele previste per i minori stranieri non accompagnati
"Quando il gioco si fa duro, le mafie iniziano a giocare e a vincere". A Ferrara nel 2024 si sono spesi nel gioco d'azzardo quasi 235 milioni di euro (234.931.901,71), una cifra che se divisa per abitante, comprendendo i bambini, ammonta a 1806 euro. In entrambi i casi si tratta della cifra più bassa in regione
Fondamentale per la sentenza è stato il riconoscimento dell'assenza di "problematiche relative alla meritevolezza". La libera professionista non aveva infatti contratto debiti in modo irresponsabile, ma era stata travolta da eventi esterni ritenuti a lei non imputabili
Era stato querelato per diffamazione dall'azienda per la quale lavorava a Bondeno ma il Tribunale di Mantova lo ha assolto perché il fatto non costituisce reato ritenendo la volontà di diffamare "palesemente assente"
Finiti nei guai dopo la maxi-operazione coordinata dalla Procura di Palermo, che ha portato a scoperchiare un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa estesa in tutta Italia, i due fratelli di nazionalità nigeriana, che nei giorni scorsi sono stati arrestati a Ferrara, hanno scelto la via del silenzio.
Ieri (venerdì 17 maggio) mattina infatti, durante l’interrogatorio di garanzia, davanti al gip del tribunale di Ferrara, i due – a cui viene contestata anche la ricettazione – si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e, per uno di loro, è stata avanzata la richiesta di essere messo agli arresti domiciliari.
I due Azamen, così vengono definite le persone implicate in questo tipo di sistemi, chiamati Aza appunto, sarebbero stati tenutari di conti correnti da cui partivano poche centinaia di euro. Piccoli ‘pesci’ se confrontati ad altre posizioni in cui, stando a quanto si apprende, si sono registrati spostamenti anche tra i 10 e i 20mila euro.
L’inchiesta, eseguita dalla polizia di Stato, nasce dalla denuncia di due ragazze inserite nel sistema che, sequestrate dai loro stessi complici per restituire del denaro, decisero di raccontare tutto agli inquirenti, che poi attivarono controlli sui conti correnti e intercettazioni telefoniche per ricostruire i fatti.
In tutto sono state ventisei le persone finite indagate, di cui cinque di nazionalità italiana.
Secondo la Procura avrebbero messo a segno diverse tipologie di truffa. Da quelle relative a trading online e bitcoin fino a quelle sentimentali o romantiche in cui, utilizzando immagini di uomini molto avvenenti che si presentano spesso come imprenditori o militari in servizio in Paesi territori di guerra, o comunque con posizioni lavorative di alto livello, i truffatori fanno credere alla vittima di essere single, vedovi o separati.
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