Cronaca
16 Maggio 2024
Sono il 57enne Alessandro Casolari, storico nome del Gruppo d'Azione e del tifo spallino, e il 50enne Roberto Roma, già noto alle forze dell'ordine, i due uomini finiti in manette dopo l'operazione dei carabinieri

Droga, armi e soldi. In carcere l’ex ultras e il suo sodale

di Davide Soattin | 6 min

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Sono il 57enne Alessandro Casolari, storico nome del Gruppo d’Azione e del movimento ultras di fede spallina, e il 50enne Roberto Roma, già noto alle forze dell’ordine, i due uomini finiti in manette e portati nel carcere di via Arginone dai carabinieri nella mattinata di lunedì 13 maggio, a seguito di un’inchiesta coordinata dal pm Ciro Alberto Savino della Procura di Ferrara.

Ma andiamo per gradi. Tutto ha inizio nel pomeriggio dello scorso 22 agosto, quando un giovane di 23 anni si reca a un appuntamento dentro un’abitazione in una zona periferica della città. Lì avrebbe dovuto incontrare alcune persone per concludere un acquisto di droga. I venditori si dimostrano molto disponibili a concludere l’affare tant’è che, pur di incontrarlo, gli pagano la corsa del taxi che dal Barco, dove si trovava in quel momento, lo porta fino alla casa in cui si deve incontrare. A ‘scortarlo’ c’è una persona di fiducia degli spacciatori, che lo accompagna fino all’indirizzo concordato.

Non appena viene aperta la porta dell’abitazione, però, quella che doveva essere una ‘normale’ compravendita di stupefacenti si trasforma in una vera e aggressione da parte di tre uomini: uno vestito in tuta mimetica e uno vestito di nero, entrambi travisati da passamontagna, e un altro di corporatura robusta travisato da una bandana. Due di loro, i primi due, sono Casolari e Roma. Spuntano anche una pistola e un taser. Dopo una breve colluttazione, il giovane viene immobilizzato con fascette da elettricista ai polsi e alle caviglie, privato del portafoglio e del telefono cellulare e chiuso in una stanza.

Dopo alcuni minuti e numerosi sforzi, il giovane riesce a liberarsi e, gettandosi dalla finestra, riesce a darsi alla fuga. Nonostante ciò viene immediatamente raggiunto da uno dei rapinatori, che lo costringe a subire una seconda violenta colluttazione che allarma i vicini di casa. Quest’ultimi, spaventati per il grande trambusto, chiamano i carabinieri. Il bottino della rapina è modesto se confrontato ai fatti: 100 euro in contanti, 40 euro prelevati indebitamente da uno sportello bancomat della città e un telefono cellulare.

Quanto successo insospettisce i carabinieri, che immediatamente avviano una attività di indagine lunga circa nove mesi per vederci chiaro e ricostruire eventuali retroscena della vicenda, a partire dai rilievi tecnici eseguiti all’interno dell’abitazione e dalla testimonianza della vittima. È qui che emerge il probabile coinvolgimento di un 60enne ferrarese e di un giovane 21enne. Il primo immediatamente identificato come quello che aveva agito travisato dalla bandana, il secondo invece viene riconosciuto grazie a un dettaglio: nelle fasi concitate della colluttazione fuori dall’abitazione, la vittima aveva notato un’automobile bianca usata da un suo conoscente che si era allontanata velocemente dal luogo.

Dagli accertamenti svolti sulla targa del veicolo, annotata da un testimone e fornita agli operatori del 112 intervenuti sul posto, è stato possibile accertare che l’automobile era effettivamente utilizzata dalla persona indicata dalla vittima e i militari riescono a individuare l’abitazione del 21enne che, nella tarda mattinata del 23 agosto, viene arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Per cercare di fuggire al controllo dei carabinieri, dopo essere stato chiamato in caserma per essere sentito sui fatti del giorno precedente, il giovane li aveva spintonati tentando la fuga. Poi, sottoposto a perquisizione domiciliare, era stato trovato in possesso di un chilo e mezzo di hashish, 31 grammi di cocaina, 119 grammi di marijuana, oltre a 13mila euro in banconote false.

I carabinieri si attivano e così iniziano a ricostruire, tramite una meticolosa analisi del traffico telefonico, i contatti del primo arrestato e il motivo della sua presenza sul luogo della rapina. L’attività porta a tre uomini con cui il giovane ha frequenti e sospetti contatti: due sono il 57enne Alessandro Casolari e il 50enne Roberto Roma, entrambi residenti a Ferrara, mentre il terzo è un uomo di 60 anni.

È con l’anno nuovo che, ormai avviata alla fasi finali, l’indagine si allarga dopo che un fatto di cronaca fa emergere alcuni dettagli utili a delineare la posizione dello stesso Casolari. Tutto succede nella tarda serata del 23 febbraio scorso, quando una pattuglia del Norm dei carabinieri interviene in una zona residenziale della città, dopo la segnalazione di una presenza sospetta di due giovani di 18 e 19 anni. Entrambi vengono sorpresi dai militari mentre si aggirano con fare furtivo con uno strano oggetto in mano: è un ordigno esplosivo artigianale che, subito dopo il controllo, viene sequestrato e affidato agli artificieri.

I due vengono quindi indagati e denunciati a piede libero per detenzione di materiale esplodente che, dai successivi accertamenti svolti, è emerso essere stato verosimilmente confezionato dall’ex ultras spallino con circa 350 grammi di polvere flash. L’intento era quello di collocarlo nel giardino di un palazzo della zona per compiere un’azione intimidatoria, affidando il compito ad alcuni giovani che gli orbitavano attorno.

In tutto, come già si diceva ieri, per i fatti del 22 agosto, le persone denunciate per rapina aggravata in concorso e sequestro di persona sono quattro.

Oltre al 60enne e al 21enne (già arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e detenzioni ai fini di spaccio di sostanza stupefacente), indagati a piede libero, il gip del tribunale di Ferrara ha emesso due ordinanze di custodia cautelare in carcere in relazione ai reati contestati sia per Roma che per Casolari, con quest’ultimo che dovrà rispondere anche per la cessione di ordigni esplosivi senza licenza. Ordinanze eseguite nelle prime ore della mattinata del 13 maggio dal personale della Sezione Operativa insieme al Nucleo Investigativo di Ferrara, ai militari delle stazioni di Ferrara e corso Giovecca e a due unità cinofile.

Inoltre, nel corso della perquisizione domiciliare, Roma è stato trovato in possesso di 114 grammi di hashish, di un bilancino di precisione, di circa 10.000 euro in contanti e di cinque proiettili cal. 6.35 detenuti illegalmente; Casolari invece è stato trovato in possesso di un revolver con 104 proiettili cal. 45, un fucile a canne mozze con 85 cartucce cal.12, tutto detenuto illegalmente, e 83 grammi di cocaina. Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro da parte dei carabinieri.

Gli accertamenti dei militari non si sono limitati ai quattro uomini, estendendo un approfondimento investigativo anche sul 23enne vittima della rapina: le attività tecniche condotte su di lui hanno consentito di documentare un importante giro di spaccio che ha portato, l’11 ottobre scorso, all’arresto di un 23enne e di un 22enne sorpresi a bordo della loro automobile mentre trasportavano 2 kg di hashish. Concordando con l’ipotesi investigativa dei carabinieri, la Procura di Ferrara ha emesso inoltre un decreto di perquisizione a carico del giovane che è stato eseguito sempre nella mattinata del 13 maggio. I sospetti degli investigatori si sono rivelati ben presto fondati: a casa sua è stato rinvenuto infatti un panetto di hashish del peso di 132 grammi. Il ragazzo è stato quindi arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e collocato agli arresti domiciliari.

Nel pomeriggio di martedì 14 maggio, il gip del tribunale di Ferrara ha convalidato l’arresto e il 23enne è stato rimesso in libertà in attesa del processo, mentre nelle prossime ore si attende l’interrogatorio di garanzia dei due arrestati che sono finiti in carcere.

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