A caccia del ricercato, trovano un omonimo: denunciato perché irregolare
Gli agenti della Polizia Locale trovano l’omonimo del ricercato, denunciandolo comunque per permesso di soggiorno scaduto e ordine di allontanamento
Gli agenti della Polizia Locale trovano l’omonimo del ricercato, denunciandolo comunque per permesso di soggiorno scaduto e ordine di allontanamento
Un 60enne residente nella provincia di Ferrara è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di truffa aggravata, nell’ambito di un’indagine condotta dalla Polizia di Stato di Patti (Messina) e coordinata dalla Procura della Repubblica locale. Insieme a lui sono stati raggiunti da misure cautelari un 20enne della provincia di Ravenna, anche lui arrestato, e un 21enne del Bolognese, sottoposto all’obbligo di dimora
Il gip ha sottolineato il "rilevantissimo numero di reati contro la pubblica amministrazione" al quale ci si trova di fronte, ma anche "una lunga serie di corruzioni, proprie ed improprie, nonché di falsi in atto pubblico", tutti commessi tra la fine del 2018 e il maggio del 2019
Dopo il violento nubifragio che ha colpito Rimini, causando allagamenti, alberi caduti e gravi disagi alla circolazione, sono arrivati anche da Ferrara i primi rinforzi per affrontare l’emergenza. È partita dal comando provinciale dei vigili del fuoco una squadra composta da cinque unità, con un’autopompa serbatoio (Aps), per prestare aiuto
"È un momento molto doloroso per tutta la nostra comunità, la Cgil di Ferrara, salutare Glauco che ha fatto così tanto bene alle persone che ha incontrato nel suo percorso sindacale". Con queste parole la segretaria della Cgil di Ferrara Veronica Tagliati saluta il "compagno" Glauco Melandri scomparso all'età di 68 anni
È approdato ieri (martedì 14 maggio) in tribunale a Ferrara il procedimento per l’aggressione del 7 novembre 2021 in piazza Ariostea, dove un giovane ferrarese di 16 anni era stato malmenato brutalmente da un gruppetto di quattro ragazzi, che prima lo avrebbero spintonato e poi gli avrebbero sferrato pugni al volto e calci alle gambe, facendolo cadere a terra e provocandogli ematomi e la perforazione del timpano giudicati guaribili in trenta giorni dai sanitari dell’ospedale Sant’Anna di Cona.
Imputati oggi sono due 22enni, accusati di lesioni personali aggravate in concorso, mentre un secondo fascicolo di inchiesta è stato aperto in parallelo dagli uffici della Procura minorile del tribunale di Bologna nei confronti di altri due presunti responsabili di quanto accaduto, che oggi hanno 16 e 17 anni, e all’epoca dei fatti ne avevano addirittura 13 e 14.
Nello specifico, secondo l’impianto accusatorio, nonostante il tentativo di difendersi da quell’aggressione nata per futili motivi, il giovane sarebbe stato inizialmente trattenuto da dietro per le braccia, bloccato e picchiato. Poi, dopo essere riuscito a scappare con l’aiuto di un amico, sarebbe stato raggiunto, in due diverse occasioni, dai due attuali imputati, che gli avrebbero rifilato un pugno in faccia ciascuno.
Il primo sotto i portici della scuola San Vincenzo, il secondo all’incrocio tra piazza Ariostea e via Fossato, dove il 16enne, che si era rialzato nel tentativo di fuggire, era stato inseguito dal gruppetto, nonostante l’intervento di alcune persone che avevano tentato di impedire l’aggressione.
Durante l’udienza predibattimentale di ieri, il giovane e i suoi familiari, quest’ultimi con l’obiettivo di lanciare un segnale forte e di vicinanza al figlio per quanto successo, sono stati ammessi come parte civile nel processo.
Fuori dall’aula, l’avvocato Carmelo Marcello che li assiste, ha sottolineato come, a seguito dell’aggressione subita, il ragazzo ha riportato “non solo problemi di natura fisica, ma anche psicologici protrattisi nel tempo, come, ad esempio, periodi di insonnia, attacchi di panico e ansia diffuso associata ad un atteggiamento di chiusura verso l’esterno”.
“Qualora fosse accertata giudizialmente la sussistenza dei reati contestati, scaturirebbe in capo ai colpevoli – ha proseguito – l’obbligo di risarcire anche ai genitori della vittima del reato non solo il danno patrimoniale conseguenza delle spese affrontate per le azioni sanitarie e terapeutiche, ma anche il danno non patrimoniale da questi direttamente sofferto“.
“Del resto non v’è chi non veda il profondo disagio e turbamento patito dai genitori quando hanno appreso che il loro figlio minore, mentre si trovava fuori con gli amici, è stato oggetto di un atto riprovevole: l’aggressione fisica e verbale senza motivo da parte di due sconosciuti” ha concluso l’avvocato.
Al termine dell’udienza, il giudice ha rinviato all’8 luglio.
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