di Massimo Magnani*
Da qualche tempo, sulla rete che circonda alcuni impianti che dovrebbero costituire la cosiddetta “Cittadella dello Sport” campeggiano diversi striscioni con ologrammi di alcuni sport e con un bel Ferrara Rinasce.
Rinasce cosa? Così, la Cittadella nasce morta, prima ancora di venire alla luce, a testimonianza che lo Sport a Ferrara continua ad essere marginale (vedasi anche il bilancio di mandato del Comune nel settore specifico). Nelle mappe e negli ologrammi degli striscioni, di fatto, figurano solo il Motovelodromo, per il quale sono stati spesi 300.000 euro per rifare l’impianto di illuminazione (qualcuno ricorda quando si sono tenute a Ferrara gare ciclistiche in pista, di sera, così da giustificare un investimento di questa portata…?), il Pattinodromo, campi da tennis e padel, un “centro servizi”, il Campo Scuola e niente altro (di quest’ultimo, nella mappa figura l’impianto, ma non l’ologramma dello sport che vi si pratica).
Mi chiedo, e il Palapalestre, dove vengono svolte diverse attività, fra le quali quelle dei fratelli Duran e di Romano Becchetti, che, nel pugilato e non solo, sono un punto di riferimento dello sport ferrarese (in questo caso negli striscioni non c’è neppure l’ologramma del pugilato, che credo fosse più che meritato)? Non figura il Centro di Medicina dello Sport, altra eccellenza nel settore, e strumento fondamentale per la prevenzione e la somministrazione dello sport come medicina per il benessere. Non figurano collegamenti con gli impianti del Cus di Via Liuzzo che avrebbero reso ancora più appetibile la Cittadella, non sono segnalati i collegamenti con le Mura (percorsi per correre e camminare) e nemmeno con il Parco Urbano e la piscina di via Bacchelli (che ha una vasca da 50m).
Quindi, che Cittadella dello Sport è mai questa? Una cittadella al minimo sindacale e al ribasso nel concetto, nella visione e nella realizzazione, a testimonianza che alla radice di tutto questo manca una visione strategica e complessiva dell’importanza dello sport nello sviluppo della nostra comunità, che è strutturalmente a vocazione sportiva.
Contemporaneamente verranno spesi 9 milioni di euro per “qualificare” la zona di Foro Boario (ammesso che si riesca a presentare il Pug…,), completamente avulsa da altri impianti, priva dei necessari spazi per i servizi che servono ad un palazzetto da 1000 posti, che per costi di gestione e fruibilità rischia di diventare una cattedrale nel deserto. Quanti impianti si sarebbero potuti sistemare con quei soldi?
Coniugare le diverse declinazioni dello sport, come formazione, in collaborazione con l’Università, come sport agonistico per raduni tecnici riservati a federazioni, come sport sociale e come turismo sportivo (gli eventi sportivi portano tanta gente, creando un indotto che incide fortemente sul Pil cittadino), avrebbe potuto essere un modo per dare un vero e concreto segnale di innovazione e cambiamento che, da solo, avrebbe significato il raggiungimento di un obiettivo di mandato.
Questa sarebbe stata una modalità per fare rete e squadra, attuando forme di collaborazione sinergica fra soggetti Istituzionali e privati, con una visione improntata ad una progettualità nuova, di tipo imprenditoriale. Avere visione, dovrebbe essere il compito della politica; saper vedere, appunto, nuove prospettive, saper cogliere o creare opportunità, saper immaginare lo sviluppo futuro della propria comunità. Da fotografie apparse in questi giorni, pare che le showgirls e il generale Vannacci siano, invece, più importanti del futuro della Cittadella dello Sport e di Ferrara Città dello Sport… Vuol dire che siamo rimasti fermi cinque anni! Rimanere fermi, oggi, significa, aver fatto passi indietro.
*ex atleta olimpionico e candidato con la lista civica Fabio Anselmo Sindaco
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