Bondeno
12 Maggio 2024
Oggi custodisce reperti che vanno dal Neolitico alla Roma Antica, molti dei quali provenienti dagli scavi condotti presso la Terramara di Pilastri nell’ultimo decennio

Il museo “G. Ferraresi” di Stellata compie 20 anni, le celebrazioni presso Casa Ariosto

di Redazione | 3 min

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Stellata. Ha compiuto vent’anni il Museo Civico Archeologico “G. Ferraresi” di Stellata. Inaugurato nel 2004 presso la Casa Ariosto che fu del figlio del poeta Lodovico, oggi custodisce reperti che vanno dal Neolitico alla Roma Antica, molti dei quali provenienti dagli scavi condotti presso la Terramara di Pilastri nell’ultimo decennio.

«Un luogo che racconta la Storia con la esse maiuscola e che allo stesso tempo è in continua evoluzione – ha commentato il sindaco, Simone Saletti, portando un saluto istituzionale iniziale –: da meno di tre anni, ad esempio, il Museo ospita anche il primo deposito archeologico dell’Alto ferrarese che consente agli studiosi di fare ricerca sui reperti senza allontanarsi da Stellata, un riconoscimento che certamente è andato a premiare il lavoro di molti anni del prezioso Gruppo Archeologico di Bondeno e del suo presidente Simone Bergamini, che ringrazio di cuore. Il Museo peraltro si colloca a pochi metri dalla Rocca Possente – ha concluso il primo cittadino –, monumento patrimonio Unesco che assieme a Casa Ariosto rende Stellata un borgo pieno di cultura e ricco di manifestazioni ed eventi durante tutto l’anno».

Ha portato i saluti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio il funzionario Carolina Ascari, sottolineando come «l’Italia sia un museo a cielo aperto di cui il Museo di Stellata è una concreta manifestazione. Spero che i prossimi vent’anni siano altrettanto meravigliosi così come lo sono stati questi primi venti». Daniele Biancardi è stato uno dei fondatori del Museo: «Il primo ritrovamento archeologico del territorio fu assolutamente casuale, con la scoperta di una necropoli romana avvenuta durante gli scavi per la realizzazione dell’Impianto Idrovoro Pilastresi. Da lì, l’attenzione locale verso l’archeologia è sempre aumentata, in primo luogo con mons. Guerrino Ferraresi, Raffaele Benea, Gianfranco Po e Giuseppe Calanca».

Al primo è infatti intitolato l’intero Museo, mentre le celebrazioni per il ventennale dell’inaugurazione sono state l’occasione per intitolare tre sale interne alle altre tre persone che assieme a mons. Ferraresi hanno per prime condiviso la passione per le scoperte e per l’archeologia locale (Raffaele Benea, Gianfranco Po e Giuseppe Calanca). Importante è poi stato l’intervento di Barbara Zappaterra, archeologa e prima direttrice del Museo Archeologico di Stellata, la quale ha fornito ai tanti presenti un ampio excursus sui tanti passi compiuti nel corso del Novecento per arrivare all’apertura al pubblico di Casa Ariosto. Se è stato possibile arrivare all’apertura del Museo, è stato anche grazie al restauro e al recupero del fabbricato, curati dall’architetto Alberto Guzzon, il quale ha spiegato le fasi di rinnovamento dell’immobile, partite da un lavoro storico-archivistico utili a definire l’effettiva appartenenza della struttura a Virginio Ariosto.

Le celebrazioni sono state completate dall’inaugurazione della mostra fotografica “Il museo prima del Museo”, con immagini d’eccezione riguardanti lo stato e l’uso della struttura prima della sua ultima funzione museale. È stato anche proiettato il video “Benvenuti al Museo”, che diverrà il trailer promozionale di Casa Ariosto oltre al contenuto di apertura del canale YouTube del Museo Archeologico.

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