Cronaca
11 Maggio 2024
Il tribunale di Ferrara ha inflitto 8 mesi e 300 euro di multa a Cristiano Perini, già in carcere a Rovigo. La sua compagna Xia Xinwei dovrà scontare 6 mesi e pagare 200 euro di multa

Un’altra condanna per il truffatore dei preti. Nei guai anche la sua fidanzata

di Davide Soattin | 2 min

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Arriva una nuova condanna per Cristiano Perini, l’arcinoto truffatore seriale di sacerdoti, famoso per spacciarsi per ‘don Bedin’ ai bei tempi in cui ancora non si era fatto un nome a livello di casellario giudiziario, a cui ieri (10 maggio) il tribunale di Ferrara ha inflitto 8 mesi e 300 euro di multa.

Assieme al 53enne, che oggi è detenuto nel carcere di Rovigo per altri fatti, è stata condannata anche Xia Xinwei, sua compagna 47enne, che dovrà scontare 6 mesi e pagare 200 euro di multa, mentre è stata assolta l’altra donna coimputata, la 56enne Leonora Fabbri.

Perini e Xinwei sono stati accusati di tentata truffa in concorso per aver contattato – il 3 settembre 2019 – il parroco di Berra, Francesco Pio Morcavallo riferendogli che a suo favore vi era un lascito di 40mila euro alla parrocchia.

Per convincerlo della veridicità del ‘miracolo‘, i due si erano qualificati come emissari della Banca di Credito Cooperativo di Ferrara dicendogli che avrebbe dovuto contattare un preciso notaio a un numero di telefono intestato invece a una complice.

Per dare il via libera al lascito chiedevano un corrispettivo del 7.5% da effettuare tramite bonifico bancario su un conto intestato a Xinwei. Il raggiro avrebbe portato loro in dote 3mila euro ma, per motivi vari, non era andato a buon fine.

Sempre Perini doveva rispondere di truffa, questa volta consumata, secondo le accuse iniziali, insieme a Fabbri per aver raggirato – il 28 dicembre 2019 – un incauto acquirente che aveva notato un allettante annuncio sul portale Subito.it.

I due imputati – per la Procura – avevano messo in vendita un iphone XS per l’importo di 700 euro e avevano contattato la vittima sotto falso nome per inviargli immagini del telefono via WhatsApp.

I due gli avevano quindi chiesto 600 euro mediante vaglia postale veloce, intestato all’imputata. A lui invece avevano spedito un pacco contenente solo alcune batterie anziché il telefonino promesso.

Per questo fatto però è stato condannato il solo Perini, mentre Fabbri – come si diceva in precedenza – è stata assolta.

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