Cronaca
3 Maggio 2024
Quattro persone sono indagate. Per la Procura di Ferrara acquistavano veicoli sottoposti a fermo amministrativo per poi rivenderli all'estero ingannando i vari enti pubblici titolari del credito

Compravendita illegale di auto. Truffa da 4 milioni ai danni dello Stato

di Davide Soattin | 2 min

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Avrebbero esportato indebitamente, principalmente tra Germania e Romania, delle automobili sottoposte a fermo amministrativo, inizialmente acquistate con la scusa di ricavare pezzi di ricambio, finendo così per ottenere un ingiusto profitto di 247.000 euro e arrecare un danno allo Stato pari a circa 4 milioni di euro.

È quello di cui ora devono rispondere quattro persone, titolari di società collegate tra loro, indagatein concorso tra loro – di truffa aggravata ai danni dello Stato per fatti avvenuti tra il 2016 e il 2022 in provincia di Ferrara.

Per la Procura, i quattro avrebbero nascosto l’esportazione delle autovetture in questione agli uffici della Motorizzazione, ingannando i vari enti pubblici titolari del credito, che restavano comunque convinti di potersi rivalere sui veicoli sotto fermo amministrativo per soddisfare i loro oneri fiscali.

Infatti, secondo gli inquirenti, le autovetture illecitamente esportate risulterebbero ancora di proprietà dei quattro, dal momento che non ci sarebbe stato alcun passaggio di proprietà, e quindi continuerebbero ancora a essere iscritte al Pubblico Registro Automobilistico con la loro targa italiana, seppur in Italia non ci siano più.

Al centro dell’indagine è finita la compravendita di oltre 500 autovetture, di cui oltre 350 risultano ancora formalmente di proprietà e gravate da provvedimenti amministrativi. Di una parte di queste però si sono perse le tracce e così la Procura ha ritenuto di procedere solo nei confronti dei restanti oltre 150 veicoli.

Per questi, gli inquirenti hanno accertato l’illecita esportazione ‘in nero‘ e la successiva immatricolazione all’estero, chiedendone il sequestro. Il gip del tribunale di Ferrara, lo scorso marzo, ha però respinto la richiesta, ritenendo ‘debole‘ il quadro accusatorio.

Il pm Andrea Maggioni – titolare dell’indagine – ha quindi deciso di impugnare l’ordinanza del tribunale. L’atto, ieri, giovedì 2 maggio, in sede di Riesame, è stato discusso davanti al collegio – presidente Piera Tassoni con a latere i giudici Marco Peraro e Giovanni Solinas – che si è riservato di decidere se annullare o meno il provvedimento.

 

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