di Andrea Mainardi
Domenico Di Carlo chiude il suo ritorno sulla panchina della Spal con quattro vittorie consecutive e un solo punto di distanza dai playoff
Con lui la squadra è nettamente cresciuta, fuori e dentro il campo: “Basta vedere il ruolino di marcia. Oggi siamo diventati più squadra con una nuova unità d’intenti. È quello che chiedevamo: giocare per i tifosi, per la maglia, per la città e per il presidente. Bisogna fare i complimenti alla squadra, peccato per non essere arrivati ai playoff perchè potevamo dare fastidio a tanti. Nel girone di ritorno abbiamo fatto quasi il massimo ridando forza ed entusiasmo a tutti, bravi a tutti ed auguro all’Olbia di tornare in questa categoria il prima possibile. La Spal ora è forte in campo e con la testa”.
Oggi si è rivisto il miglior Siligardi: “Le sue qualità non le scopriamo certo noi e ha chiuso in crescendo. Mi piace parlare della squadra che oggi ha dimostrato sul campo di essere quella Spal che crede e credeva nelle proprie possibilità. I calciatori sono di nuovo protagonisti assieme ai tifosi ed è una cosa da coltivare”.
La squadra sembra aver raggiunto un’identità precisa: “L’allenatore deve mettere nel migliore condizioni i giocatori nel rappresentare la maglia e la città. Oggi la squadra la vediamo, bravi i giocatori a rimettere in campo i valori giusti e ci vuole la testa per mettere insieme tutti anche gli acquisti di gennaio. Ci vuole un condottiero che metta tutti questi elementi assieme ed oggi la squadra è forte di testa e non si è mollato comunque mai di un millimetro. Dispiace di essere arrivato ad un punto dai playoff, in questa ultima fase è stato fatto un buon percorso e speriamo di non disperdere questa unità. Oggi possiamo dire che la Spal c’è”.
Sul futuro: “Io sono a disposizione e motivato. Ho l’esperienza per decidere tante cose anche se bisogna sedersi attorno ad un tavolo e parlarne. Lasciamo scivolare via questa partita, abbiamo tempo. Questa è una Spal con una storia gloriosa ed un pubblico straordinario, vincere a Ferrara è qualcosa di speciale e l’obiettivo è sempre quello di costruire, bisogna trovare equilibrio ma probabilmente ci sono altre priorità. Bisogna appunto sederesi attorno a un tavolo e capire se c’è voglia di costruire, da parte mia c’è tutta la voglia e la determinazione per continuare. Ho un contratto di un anno per non restare sul groppone della società e sapevo della negatività che c’era dopo la retrocessione. Bisogna lasicare la società tranquilla per decidere il meglio”.
Marco Meneghetti non dimenticherà facilmente il debutto in prima squadra: “È stata una grandissima emozione ed era l’obiettivo che mi ero posto dal primo anno. Ci sono riuscito e voglio ringraziare lo staff tecnico e la società assieme ai miei compagni per aver raggiunto la vittoria.Ho sempre cercato di essere professionista ed a disposizione in qualsiasi modo, nel gruppo portieri ci siamo sempre sostenuti a vicenda aiutandoci nei momenti difficili”.
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