Nella veste di rappresentante della lista “Lagosanto che si muove”, nonché di candidato sindaco, tengo a evidenziare che abbiamo ben preciso dove vorremmo andare e proveremo a farlo con tutte le nostre forze e con tutta la volontà possibile.
Per quanto riguarda “l’andare dove non si sa” direi che la prendiamo come una battuta sarcastica di un avversario politico, che lascia il tempo che trova.
Sempre nelle vesti di candidato sindaco, quando ci siamo presentati, ho sottolineato, forse per primo, che dobbiamo cambiare il modus operandi del fare politica, elaborando contenuti e non discriminazioni di luogo, di gruppo né tantomeno del singolo.
Dobbiamo avere avversari e non nemici giurati, dobbiamo offrire alla gente la nostra linea di pensiero, sulla base delle nostre identità e i nostri valori, insieme a quello che abbiamo fatto e che potremmo offrire. Sarà poi la bellissima e poco difesa macchina della democrazia a scegliere ciò che è meglio per la comunità Laghese.
Non saranno quindi le bombe dei leoni da tastiera, vedo ben rodate, di alcune parti, o tantomeno dei dibattiti popolari e populisti a farmi cambiare idea su questo concetto.
Siamo e rimaniamo in una corsa elettorale, intensa ed emozionante per tutti, almeno credo, e dobbiamo in tutti i modi dimostrare, noi che siamo alla guida di queste compagini, di essere diversi dal modo di fare la politica attuale, che tende in primis a sposare le direttive della macchina del fango. Perché essere famosi su FB è come essere ricchi a monopoli, e confrontarsi diventa un talk show, dove intervengono persone, giornalisti e forse giullari, opportunamente stimolati x esaltare il nome dello spettacolo. Personalmente non sono e non siamo qui per dare spettacolo, ma per donare al paese tutto ciò che potremmo offrire a seconda delle nostre forze e capacità. Questo deve essere la stella polare di ognuno di noi, che oggi si offre alla guida di Lagosanto.
Devono essere i grandi temi della sanità a fare da faro, con tutte le difficoltà in cui vive oggi, non tanto per scelte sbagliate da parte di una compagine o altre, ma perché la coperta è sempre più corta e a prenderci di mezzo sono i piccoli per fare sopravvivere i grandi. Deve essere il pensiero che hai sui diritti umani, il pensiero che hai sulle diversità, sulla green politics, ecc ecc.
Dobbiamo capire come fare per riempire il recipiente che ci permetterà di sopravvivere e con esso le strategie che lo mantengano lungimirante.
Concludo dicendo a entrambi i miei colleghi candidati, di proseguire la nostra campagna elettorale tranquillamente su di un terreno morbido e non aspro e ruvido. Cerchiamo di tagliare le unghie dei leoni da tastiera per renderle meno supponenti e meno sarcastiche. Per quanto riguarda il dibattito, non mi sembra di assomigliare né a Biden né a Trump, che con i loro 160 anni ad oggi rappresentano la preistoria e sul terreno, secondo me, hanno insegnato poco, dando brutti esempi.
Consiglio quindi, come già detto dall’amico Gianluca, di continuare a confrontarci sui grandi temi di cui ha bisogno il paese, come poi stiamo facendo.
Successivamente sarà la macchina democratica a fare da ago della bilancia al nostro operato.
Andrea Panbianchi – Candidato sindaco Lagosanto che si muove