Attualità
26 Aprile 2024
Il sindaco Fabbiri nel giorno della Liberazione cita Calamandrei mentre il prefetto ricorda che in "un mondo segnato da conflitti, la Resistenza può insegnare ai giovani ad essere custodi attivi di quei valori”

25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

(Foto di Riccardo Giori)
di Redazione | 3 min

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“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Un 25 aprile freddo nell’aria, ma caldo nelle parole di chi ha ricordato come questa libertà sia stato possibile che diventasse concreta. “La Resistenza può anche avere un significato simbolico e una connotazione politica – afferma il presidente Anpi Roberto Cassoli – ma sul piano storico, nella Resistenza combatterono uomini e donne fianco a fianco, con diverse opinioni e orientamenti di pensiero, che furono in grado di unirsi attorno ai valori che portarono alla liberazione”.

“Era il tempo del coraggio e delle decisioni difficili – si aggancia il rappresentante delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma Carmelo Vincenzo Perez – in cui si è fatto tesoro di quel fermento patriottico che ha vivificato i valori sani e ha messo da parte l’orgoglio di appartenenza politica. Che giunga adesso l’ora del dialogo”.

(Foto di Riccardo Giori)

Parole che possono essere più che mai attualizzate, perché mantenere viva la memoria “non serve soltanto a fare in modo che i giovani non restino nell’oblio”; ma “in un mondo che ancora oggi è segnato dai conflitti – dichiara il prefetto Massimo Marchesiello – i valori della Resistenza possono fornire una soluzione, una fucina di spunti da cui si può ripescare per agire e far fronte alle drammatiche situazioni odierne. I giovani possono così diventare custodi attivi di quei valori che sono sempre attuali e attuabili”.

La stessa Ferrara, come ricorda il sindaco Fabbri, ebbe e visse “nel bene e nel male, un ruolo centrale in questo spartiacque storico dall’oppressione alla libertà: si pensi all’eccidio del Castello Estense durante la lunga notte del ’43, o alle comunità ebraiche ferraresi perseguitate e deportate, o ancora la vicenda umana e politica di Giacomo Matteotti, di cui quest’anno ricorre il centenario”.

Il sindaco allora non perde occasione per ricordare come la “realizzazione di interventi, approfondimenti ed eventi (dalle deposizioni dei cippi, all’avviato cantiere di Casa della Patria Pico Cavalieri, passando per l’intitolazione di piazza Darsena alla poetessa ebrea Giovanna Bemporad), siano tutti tasselli che l’amministrazione comunale ha voluto utilizzare per commemorare ciò che ha significato la Resistenza nel ferrarese; sono soffi di energia e di memoria che abbiamo voluto restituire alla città. Aria vitale che ci circonda e ci ricorda quanto sia preziosa la libertà, affinché non venga mai più a mancare”. 

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