Attualità
24 Aprile 2024
La responsabile per la regione: "La figura del programmatore delle politiche europee è quella che dà concretezza alla filosofia dello sviluppo di un territorio"

Politiche europee in E-R. La Scuola di sviluppo territoriale incontra Caterina Brancaleoni

di Redazione | 2 min

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Il valore della pianificazione strategica territoriale, l’intreccio tra i vari livelli di governance, la declinazione sui territori delle risorse messe a disposizione dall’Ue e dall’ente regionale. E, ancora, il rilancio delle aree interne, l’attenzione alle fragilità locali come criterio guida per l’assegnazione di risorse e la valorizzazione dell’interdisciplinarietà nell’approccio a queste materie. Sono questi i punti salienti affrontati da Caterina Brancaleoni, responsabile del settore coordinamento delle politiche europee, programmazione, riordino istituzionale e sviluppo territoriale, partecipazione, cooperazione e valutazione della Regione Emilia-Romagna, nel corso dell’ultima lezione della Scuola di Sviluppo Territoriale, ideata da Confcooperative.

“La figura del programmatore regionale delle politiche europee, responsabile della gestione dei fondi europei al livello della regione, risulta essere, per via della sua posizione intermedia tra le linee guida d’investimento europee e i bisogni locali dei comuni e delle città – così Brancaleoni – un mestiere complesso, ma al contempo una figura chiave nell’allineamento del territorio ad un contesto di sviluppo globale”.

Globalità, aree vaste, orizzonti ampi. Sono questi in qualche modo gli asset che guidano la copiosa attività di programmazione dell’Emilia-Romagna, non a caso diventata sempre di più una locomotiva non solo a livello nazionale ma anche sul piano europeo. Tant’è che, precisa Brancaleoni, “è fondamentale che, chi fa programmazione, abbia la capacità di visualizzare gli sviluppi di futuri scenari globali, identificando in essi le sfide del domani e declinando tale visione su scala territoriale, orientando gli investimenti e i fondi affinché il territorio potrà competere ed essere preparato a tali scenari». Il vero obiettivo è quello di «operare scelte strategiche”.

Per farlo occorre che “l’analisi che si fa a livello globale, tenga conto delle singole realtà in cui poi le azioni verranno declinate”. Di qui l’idea, virtuosa, del bando per recuperare le aree interne – individuate dalla Regione sulla base di una serie di indicatori di criticità – che hanno permesso alle comunità locali di beneficiare non solo di fondi ma di una precisa strategia di rilancio e sviluppo. Un work in progress sulla quale si sta continuando a investire.

“La figura del programmatore delle politiche europee – chiude Brancaleoni tornando sul punto – è quella che dà concretezza alla filosofia dello sviluppo di un territorio, inteso come una rete di elementi interconnessi fra loro. La sua sopravvivenza e il suo sviluppo sono condizionati dalla sopravvivenza e sviluppo di ogni sua parte, dove squilibri o disomogeneità ne minano la stabilità. Lo sviluppo di un territorio si ha quando si assiste allo sviluppo di tutte le componenti di questa rete”.

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