Il rapporto Ires (Istituto ricerche economiche sociali) sul turismo in Emilia Romagna conferma per Ferrara i dati più volte ripresi da estense.com certificando per Ferrara qualche difficoltà nonostrante “dal lato della domanda, si sta sempre più affermando il turismo rivolto a mete con forte valenza culturale e naturalistica”. Non a caso le performance di Comacchio sono ottime con dati che hanno superato l’anno di riferimento, il 2019, ultimo anno prima della Pandemia.
“La crisi pandemica del 2020 – dicono da Ires – ha interrotto una crescita imponente dei flussi turistici che proprio nel 2019 aveva toccato l’apice anche in questa regione. Ma la ripresa registrata poi nel 2021 e 2022 ha avuto un ruolo fondamentale nel recupero economico ed occupazionale”.
Nel 2023 però, in tutta la Regione, la crescita degli arrivi è stata più contenuta rispetto ai due anni precedenti, condizionata negativamente “dall’aumento dei prezzi, le crescenti tensioni geopolitiche, senza dimenticare le gravi ripercussioni dei drammatici eventi alluvionali e franosi che hanno colpito nel maggio scorso una parte rilevante del territorio regionale”.
Guardando i dati riportati da Ires risultano evidenti le difficoltà per le località marittime e ancor di più in quelle termali. Eccezione positiva per le prime Comacchio che riesce ad avere +5,8% di arrivi (almeno un pernottamento) rispetto al 2019 e +4% sulle presenze (numero totale pernottamenti). Ferrara invece, nonostante rientri nella cerchia di capoluoghi di provincia con una forte valenza culturale, non è ancora riuscita a riprendere i dati del 2019, cosa che invece sono riuscite a fare Ravenna, Modena, Bologna, Parma. A farci compagnia, con una performance ancora peggiore, c’è invece Reggio Emilia con un -25,4% alla voce arrivi e un -18,7% alla voce presenze. I dati per Ferrara dicono invece -11,2% alla voce arrivi e -1,7% alla voce presenze.
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