Comacchio
20 Aprile 2024
L'operazione 'Casinò' arriva in tribunale e vede imputato un 49enne napoletano. La donna era caduta nella spirale del gioco d'azzardo: subì minacce di morte insieme ai suoi cari

“Dammi 60mila euro o violento te e tua figlia”. Strozzino a processo per estorsione e droga

di Davide Soattin | 2 min

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Comacchio. Avrebbe promesso a una signora di fare del male a lei e ai suoi cari, se non avesse provveduto a pagare il debito che aveva con lui. È quello di cui oggi deve rispondere Giuseppe Esposito, 49enne napoletano, accusato di estorsione ai danni di una donna di Comacchio, che nel frattempo è morta, caduta all’epoca dei fatti nella spirale del gioco d’azzardo.

I fatti, scoperchiati dall’inchiesta ‘Casinò‘ eseguita dai carabinieri e coordinata dalla Procura di Ferrara, risalgono tra febbraio e maggio 2019. In quei mesi, stando all’accusa, il 49enne si sarebbe fatto cessionario di un credito di 30mila euro che la vittima aveva contratto con un’altra persona, a cui aveva già rilasciato alcune cambiali, di cui una da 7.220 euro.

Al momento del subentro dell’attuale imputato nella vicenda però, stando all’impianto accusatorio, l’ammontare del debito sarebbe salito a 60.000 euro.

Secondo l’accusa, quindi, il 49enne avrebbe così iniziato a minacciare la debitrice, qualora non fosse riuscita a pagare i suoi debiti. A metà febbraio, in particolare, l’avrebbe avvicinata e le avrebbe detto: “Da oggi lei il debito ce l’ha con me. Io non metto la corda al collo a nessuno, però lei i soldi me li deve dare“.

Le pressioni sarebbero proseguite poi anche nelle settimane successive e sarebbero sfociata in minacce di morte. Lo strozzino avrebbe promesso di mutilarla e di violentare lei e sua figlia, riuscendo a ottenere un primo pagamento parziale il 28 marzo 2019.

Esposito, oltre che di estorsione, deve anche rispondere per spaccio di sostanze stupefacenti. Lo avrebbe fatto – in alcune circostanze – in concorso con un 39enne di nazionalità albanese, la cui posizione però è stata stralciata, dal momento che ha fatto ritorno in Albania con la promessa di non rientrare più in Italia.

Nello specifico, la Procura contesta al 49enne napoletano – oggi agli arresti domiciliari per altri reati – l’aver ceduto dosi di cocaina da 0,4 grammi l’una al prezzo di 50 euro tra il 2018 e il luglio 2019, incassando oltre 1.500 euro.

Durante l’udienza di ieri, venerdì 19 aprile, dopo aver sentito due assuntori, il tribunale di Ferrara – giudice Carlotta Franceschetti – ha rinviato al 30 aprile per conferire l’incarico al perito che avrà il compito di trascrivere le intercettazioni finite al centro del procedimento.

L’istruttoria dibattimentale poi proseguirà il 24 settembre.

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