Da “Milano, Italia”, titolo di una storica trasmissione tv a “Ferrara, Bulgaria”, quella che abbiamo sotto il naso oggi. Il motivo di questo collegamento? Basta dare un’occhiata al panorama propagandistico che avvolge la città: manifesti di ogni dimensione, pensiline degli autobus, fioriere, mega cartelloni. La primavera, con la sua forza inarrestabile, ha portato in dote questo sfoggio di simboli e facce note, con un piccolo, ma non trascurabile dettaglio. Si tratta di propaganda riservata ai soli partiti e rappresentanti del centrodestra, senza alcuno spazio a chi intende proporsi come alternativa. Cose da Bulgaria pre-cortina di ferro, appunto.
Qualcuno sicuramente obietterà: chi gestisce gli spazi è una società privata e li vende a chi vuole. Perfetto, niente da dire sul piano della legittimità. C’è, però, una considerazione etica che vorrei porre, da persona non estremista (né di sinistra, né di destra) partendo da alcuni elementi oggettivi. Questi spazi, immagino, abbiano un costo, forse anche elevato; la demagogia dell’ultimo decennio ha portato a limitare fortemente i finanziamenti ai partiti politici; al contempo un provvedimento legislativo ha consentito di alzare in modo consistente gli emolumenti agli amministratori locali (un sindaco di una città pari a Ferrara percepisce oltre 11mila euro al mese, un vicesindaco 8.280, un assessore 6.620 euro). Lascio che ognuno tragga le proprie conclusioni. Io, da laico, dico solamente che questo sfoggio di propaganda a senso unico mi lascia parecchio disgustato. Una prova di forza totalmente sproporzionata e, me lo si lasci dire, fortemente amorale.
Filippo Lupini